La morte di Domenico: una pessima lezione di giornalismo

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A quasi un mese dalla morte di Domenico Maurantonio anche i giornalisti sembrano gettare la spugna davanti alla ricerca della verità. E "di sicuro c'è solo che è morto".

“Di sicuro c’è solo che è morto”. Questo incipit si studia nelle scuole di giornalismo. Era l’inizio di un reportage, capolavoro del giornalismo di inchiesta: lo scriveva Tommaso Besozzi nel 1950 e avrebbe contribuito ad aprire le porte della verità sulla morte di un famoso bandito, Salvatore Giuliano. Domenico Maurantonio non è un fuorilegge, è uno studente di 19 anni, pare molto bravo, ma fa una strana impressione sentir dire «di sicuro c’è solo che è morto» soltanto sulla bocca dei suoi sventurati genitori. Quasi un mese dopo che è morto, in circostanze incredibilmente misteriose ma di sicuro non nella cornice di una vita malavitosa. Quasi un mese dopo, la sua scomparsa, sui media, è occasione di pensose riflessioni di firme anche illustri e intelligenti (come lo scrittore Paolo Giordano sul Corriere della Sera), ma di nessuna domanda giornalistica.

Forse i tempi sono talmente cambiati, in fatto di riservatezza, prudenza e garantismo, che i giornali possono scrivere, di corsa, che c’era cacca sui muri, e non fermarsi a chiedersi: sui muri?! Possono registrare che il ragazzo è caduto per una ventina di metri, sembrerebbe in perfetto silenzio, e non trovare strana la cosa. Ma soprattutto possono accettare che il silenzio dei compagni di scuola sia giustificabile. Forse senza rendersi conto che questo vuol dire, prima di tutto, considerare i suoi genitori come fastidiosi rompiscatole. Sono loro, in fin dei conti, che stanno chiedendo sempre più disperati che “i veri amici” dicano qualcosa. Un qualcosa che evidentemente i maggiorenti (adulti, non gli adolescenti loro figli) della città considerano alla stregua di un atto di infamità. Può darsi che la verità della sua fine riveli cose persino grottesche, ma di sicuro c’è che finora è stata un’occasione persa per quello stesso giornalismo che si vanta del proprio impegno civile. Noi tutti abbiamo lasciato soli due genitori, a piangere davanti a una muraglia di indifferenza.

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