La poesia ci salverà?

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È il titolo della tavola rotonda che trovate questa settimana su Confidenze e che prende spunto dalla poesia letta da Amanda Gorman, (The Hill We climb), durante la cerimonia di insediamento del presidente americano Joe Biden.

La ventiduenne Gorman è la più giovane poetessa nella storia degli Stati Uniti a essere invitata a leggere un suo componimento in un’occasione così importante; nel 2017 era stata insignita del titolo di National Youth Poet Laureate; dal 2014 è delegata giovanile dell’Onu e da anni lotta per l’uguaglianza razziale, la giustizia di genere, i diritti umani e la difesa dell’ambiente.

I suoi versi (che in Italia sono tradotti da Garzanti) hanno commosso il mondo e dato voce alla sua generazione: solo insieme possiamo scalare il colle, dice la Gorman. Oltre i confini, oltre gli orizzonti, oltre le distanze, siamo un unico popolo. Un popolo che ha bisogno di credere ancora, di credere di nuovo.

Il successo del suo discorso ha rilanciato anche il valore della poesia, un genere letterario spesso dimenticato o considerato troppo difficile e che invece in tempi di incertezze come questo ha il pregio dell’immediatezza, dell’incisività del verso e della musicalità della rima.

Nei mesi terribili della pandemia abbiamo visto riproposti spesso sui quotidiani stralci di componimenti poetici del passato: dalla bellissima descrizione della Peste di Atene del 430 A.C che Tito Lucrezio Caro, poeta latino, fa nel De Rerum Natura:

Tregua il mal non aveva: giacevano, esausti di forze/ senza moto, gl’infermi/ Volgevano questi, ansiosi,

occhi sbarrati, accesi dal morbo, ma chiusi pel sonno/ a domandare aiuto; ma, trepida e ignara, taceva/l’arte dei farmachi…

Alla peste di manzoniana memoria con quell’incipit rimasto nella memoria di intere generazioni di studenti: Scendea dalla soglia di uno di quegli usci …

Il valore consolatorio della letteratura e in particolare della poesia ha agito un po’ da balsamo su tutti noi, condividendo quei versi tramandati da secoli ormai lontani, ci è sembrato di condividere e alleggerire un dolore che non è più solo nostro, ma dell’umanità intera.

E questo è il senso più alto della poesia, il suo valore universale.

Come sarebbe stata la Prima Guerra Mondiale se a raccontarcela non ci fosse stato Ungaretti con quel suo “di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro”?

O l’ancor più celebre  Soldati :  “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”?

Sono versi che non a caso ancora oggi citiamo, se pur espressione di un momento storico e di un conflitto bellico che ci siamo lasciati alle spalle.

In tempi più recenti Eugenio Montale ci ha raccontato la condizione esistenziale dell’uomo moderno con il suo “Spesso il male di vivere ho incontrato…” e la splendida poesia Non chiederci la parola

Ah l’uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

Tornando ad Amanda Gorman vorrei solo aggiungere che il successo del suo componimento è anche legato al fatto che lei è una giovane donna. Ricordiamoci che nell’antica Grecia erano delle figure femminili, le muse, a ispirare i poeti: (Erato per la poesia amorosa, Calliope per la poesia elegiaca, Clio per la poesia epica, solo per citare le più conosciute).

Sui banchi di scuola abbiamo imparato a conoscere tante muse ispiratrici di poemi indimenticabili: dalla Beatrice di Dante a Laura di Petrarca e Silvia di Leopardi, per citare le più celebri, ma nella letteratura passata ci sono state ben poche poetesse donne (a parte Saffo nell’antica Grecia).

I grandi poeti sono tutti uomini e abbiamo dovuto aspettare l’Ottocento per vedere Emily Dickenson e in Italia solo nel Novecento sono apparse autrici come Lalla Romano, (1906-2001) Antonia Pozzi (1912-1938), Amelia Rosselli (1930-1966) e Alda Merini (1931-2009), per passare alle più contemporanee Dacia Maraini e Vivian Lamarque.

Insomma la poesia è un germoglio che rinasce sempre perché esprime un bisogno insopprimibile dell’animo umano di raccontarsi e raccontare la realtà con le parole, parole di coraggio, speranza e futuro, proprio come quelle di Amanda Gorman.

 

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