L’accoglienza diffusa dei profughi ucraini

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È partito il piano di accoglienza della Protezione Civile che prevede un tetto di 15.000 posti per i profughi ucraini

Su Confidenze Maria Rita Parsi riflette sulla prova di solidarietà umana che sta dando il nostro Paese davanti all’emergenza Ucraina e alle migliaia di profughi che stanno arrivando nel nostro Paese. Tante famiglie si sono rese disponibili ad accoglierli ed è proprio ad esse che si rivolge Maria Rita Parsi invitando a riflettere su un gesto di accoglienza che ha profondi risvolti psicologici soprattutto sui minori che vengono accolti.

Secondo i dati del Ministero dell’interno aggiornati al 29 marzo sono 75.000 le persone in fuga dal conflitto giunte nel nostro Paese,  in maggioranza si tratta di donne e minori diretti principalmente a Milano, Roma, Napoli e Bologna. Si torna così a parlare di centri di accoglienza straordinari, migranti e temi che gli italiani hanno già avuto modo di conoscere negli di immigrazione massiccia nel nostro Paese.

Per l’emergenza Ucraina iI governo italiano ha deciso di attivare la Protezione Civile concentrandosi su assistenza umanitaria e l’accoglienza diffusa sul territorio nazionale,  lo scorso il 25 febbraio è stato emanato un Decreto Legge Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina e qualche giorno fa il governo ha varato un piano di aiuti pari a  428 milioni di euro, in attesa delle decisioni Ue e di un eventuale rimborso europeo.  

Con una specifica ordinanza Il Dipartimento della Protezione Civile ha posto un tetto di 15.000 posti disponibili per l’accoglienza sul territorio nazionale e ha attivato la piattaforma on line #Offroaiuto che consente a cittadini, aziende ed enti del Terzo Settore o del Privato Sociale di offrire beni, servizi e alloggi per sostenere la popolazione ucraina. 

Per offrire un contributo basta accedere a  offroaiuto-emergenzaucraina.protezionecivile.gov.it, selezionare la tipologia di offerta, compilare il modulo e confermare poi la propria offerta tramite cellulare.

Nella stessa ordinanza emessa il 29 marzo, la Protezione Civile ha definito anche un contributo di sostentamento con tariffe massime pro capite di rimborso per ogni giornata di accoglienza (max 33 euro al giorno).

Al momento, per i circa 72.000 profughi arrivati in Italia nella stragrande maggioranza dei casi funziona la rete di ospitalità parentale e amicale ed è importante, secondo laProtezione Civile, che tale rete resti attiva e che lo sforzo fatto dalle famiglie possa essere sostenuto. Per questo è stata definita una tantum di 300 euro mensili procapite e di 150 euro per i figli minori. Si tratta di una misura temporanea per massimo di 90 giorni che prevede un’erogazione in contante presso un istituto di credito in grado di erogare tale somma. Insomma la macchina dell’accoglienza si è messa in moto nella speranza naturalmente che la guerra cessi il prima possibile.

 

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