L’esperimento razzista

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Il maestro umilia in classe un bambino nigeriano e per difendersi dice di aver fatto un esperimento antirazzista. Ma quale esperimento! È solo un vigliacco

Il bambino va a scuola, come tutti i giorni. I suoi genitori sono nigeriani, lui è nato qui, parla italiano come i suoi compagni, è un piccolo studente di scuola elementare come tanti. Ma quel giorno il maestro, un supplente, gli dice che è brutto, perché è nero, lo umilia davanti a tutta la classe, lo ridicolizza, lo fa mettere con la faccia al muro “per non vederlo”.

È molto attivo il maestro: ha umiliato anche la sorellina di lui, in un’altra classe, le ha detto: «Posso chiamarti scimmia?». Il bambino va a casa disperato, ha paura e vergogna di tornare di nuovo a scuola. Anche i suoi compagni raccontano a casa l’accaduto. La maggior parte di loro è sconvolta. Molti bravi genitori si indignano, la cosa si viene a sapere, il maestro viene sospeso. La sua miserabile bravata ha un nome nel codice penale, ha commesso un reato, e dovrà affrontare un procedimento penale.

A questo punto, sorpresa! Non avete capito niente, dice l’accusato con aria furba, io stavo facendo un esperimento, proprio per educare i bambini all’antirazzismo! Io stavo spiegando la Shoà….Che faccia tosta! Il maestro ha tirato fuori questa scusa puerile aggrappandosi a un esperimento che c’è stato, nel 2018, in una scuola, rievocando le leggi razziali fasciste. Ma quell’esperimento (del quale comunque diffido assai, perché molto crudele, e anche se a buon fine, profondamente sadico) era stato concordato con gli psicologi e con le autorità scolastiche. E una volta concluso, per prima cosa si è spiegato agli studenti che era un trucco teatrale per suscitare una reazione, e se ne è discusso con gli altri insegnanti, e si è redatta una relazione.

Invece lo “sperimentatore” dopo la sua bella impresa è stato zitto come un topo. Ma quale esperimento? L’esperimento di tormentare un bambino e magari sentirsi qualcuno per questo? Come si deve sentire qualcuno, il maestro, quando scrive su Facebook  post contro i migranti.  C’è una sola parola: vigliacco. Vigliacco due volte, l’ultimo dei vigliacchi. Quando infierisce su un bambino e quando, per non pagare le conseguenze del suo gesto ignobile, si finge paladino dei diritti umani. E se si arrabbia perché gli do del vigliacco, gli dirò che non ha capito niente, che è un esperimento, per vedere come si sente un vigliacco quando gli danno del vigliacco.

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