L’età dei miracoli di Karen Thompson Walker

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Mentre la California si desertifica e l'oceano si ritira, anche dalla vita di Julia scompaiono le certezze: la mamma si ammala, il nonno muore, la miglior amica cessa di essere tale. Un libro che è una splendida analogia tra le trasformazioni interiori di chi cresce e quelle del Pianeta.

Karen Thompson Walker “Era un passaggio duro, quello dall’infanzia alla vita successiva. E come ogni altro viaggio difficile, non tutto sopravvisse“.

Julia è alle prese con un grande trauma, il passaggio dall’età infantile a quell’adolescenza muta e indecorosa che ti coglie di sorpresa così, da un momento all’altro. E da un momento all’altro, un sabato mattina, impazzisce pure la Terra. O forse entra in una nuova fase di crescita anche lei, chissà. I giorni si allungano, e così le notti. Il Tempo scandito dal ticchettare degli orologi resta una convenzione organizzativa dissonante. I tramonti sono le nuove albe e a mezzogiorno il buio è pesto.
Più tardi avrei ripensato a quei primi giorni come al momento in cui tutti noi, come genere umano, imparammo che finora ci eravamo preoccupati delle cose sbagliate. Non è mai ciò di cui ti preoccupi che alla fine accade. Le vere catastrofi sono sempre diverse – sono quelle che non immaginiamo, per cui non siamo preparati, quelle sconosciute“.

Romanzo di formazione maturo, trama ben congegnata, splendida analogia tra le trasformazioni interiori di chi cresce (ma ti sembra di morire) e quelle del pianeta (tradimento o evoluzione?). Rallenta la Terra, cambiano le dinamiche umane. E mentre la California si desertifica e l’oceano si ritira, anche dalla vita di Julia scompaiono certezze. La migliore amica di sempre smette di esserlo. Il nonno muore. La mamma si ammala. Il papà si allontana, forse preso dalla passione per Sylvia, l’insegnante di pianoforte che vive di fronte.
Sembra di vederla, Julia, ancora un bocciolo gonfio e sgraziato, così bella, se a guardarla sei tu, con tutti gli anni che hai messo a separarti da quell’urlo soffocato, esistenziale. La vedi quando poi alla fine il papà torna, vedi lo sguardo mutato:
Immagino che scegliere lo status quo richieda un certo coraggio. C’è una certa audacia nell’inazione. Alcuni dicono che l’amore sia il più dolce dei sentimenti, la forma più pura della gioia, ma non è vero: non è l’amore, è il sollievo“.

Sembra di vederla Julia. Soprattutto sembra di vederla insieme a Seth Moreno, il primo amore, una grande amicizia, un dolore grande, l’impronta della vita. Una carezza.

Si piange, e tanto. Si pensa. Si ricorda. E si ringrazia il cielo. Perché continuano a nascere persone che sanno immaginare mondi e raccontare, bene, grandi storie.

Leggete questo bel libro, fatelo leggere ai vostri figli adolescenti, ai vostri alunni. Abbracciatelo forte. E poi guardate il sole, guardate il cielo, ascoltate il suono dell’acqua che scorre, lasciate che l’arrivo del buio vi ricordi il senso di ogni addio: la conclusione di un giorno, l’inizio di un nuovo tempo.

 

Karen Thompson Walker, L’età dei miracoli, Mondadori

 

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