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Chiunque voglia finire sotto i riflettori può accusare una star, rovinandole la vita e la carriera. Ora tocca a Kevin Spacey, anche qui qualcuno sapeva e ha taciuto.

Confidenze è stato fra i primi giornali a prendere le difese di Asia Argento, dopo che aveva rivelato di essere stata molestata da Weinstein, e contro la quale si era scatenata la ferocia di social, giornalisti e persone note, che da vittima volevano trasformarla in imputata.

Ma da allora la storia delle molestie ha preso un altro aspetto, è diventata un ottimo affare per i media, una ridda, un gioco di società, ma soprattutto un’arma sicura per colpire le persone famose. Una palestra dell’invidia e dell’esibizionismo. Chiunque voglia finire sotto i riflettori e vendicarsi della propria frustrazione può accusare una star, rovinandole  la vita e la carriera.

Ora tocca a Kevin Spacey , un uomo molto invidiabile, che ha vinto tutto il vincibile, dall’Oscar al Golden Globe, e protagonista di House of cards, saga televisiva di grandissimo successo. È stato preso di mira dai maschi molestati i quali si ricordano che decenni fa, a un party, Kevin gli fece la mano morta. Pessima cosa e condannabile.

In seguito alle accuse, l’attore ha fatto  coming out dichiarando la sua omosessualità, e qui il vero scandalo: Netflix, che produce la serie televisiva, lo ha cacciato dalla famosa serie Tv, non per le molestie, ma perché essendo gay, non corrisponde più  al personaggio della saga.

Ehi, un momento: ma Netflix lo pagava per la sua bravura artistica, o voleva comprarsi la sua vita? Non basta essere grandi sul set? No, devi far finta di essere un altro nella vita, come vogliono i produttori. Kevin Spacey è un attore, o uno schiavo?

ALT!  Sono arrivata qui, quando, a dimostrare come sono arbitrarie le nostre opinioni, sono arrivate altre notizie, che condannano Spacey senza appello: altro che mano morta, ora risulta che era un molestatore seriale non di uomini, ma di ragazzini, fra i 12 e i 14 anni. E che Netflix ne era al corrente, al punto da ingaggiare dei guardiani che lo sorvegliassero, per evitare problemi sul set.

È un maniaco, dunque, e un pedofilo: ma Neflix lo ha coperto finché faceva comodo, e poi, una volta dilagato lo scandalo, ha cavalcato il moralismo, licenziandolo. Lui era un maniaco a piede libero, ma i suoi accusatori di oggi erano i suoi complici, e dovrebbero rispondere insieme a lui, penalmente, delle sue intemperanze. La storia è sempre più laida, sempre più brutta, e rivela una vasta, muta, potente rete di complicità, di cui nessuno dovrà rispondere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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