di Maria Rita Parsi
Ci sono vite che sembrano ringiovanire mentre il tempo avanza. Queste esistenze sembrano possedere qualcosa di misterioso, di profondamente umano e irriducibile. Ornella Vanoni, che se n’è andata il 21 novembre, apparteneva a questa rarissima specie di anime: quelle che non invecchiano, ma fioriscono.
A 91 anni, la Vanoni sembrava ancora giovane. Giovane nel modo più autentico e indomabile: nell’ironia leggera, nella saggezza che non pesa, nella voce unica. Perché la giovinezza non è un dato anagrafico. È una postura dell’anima. È il coraggio di rimanere fedeli alla propria verità e alla propria bellezza interiore. Proprio come ho scritto in Noi siamo bellissimi (Mondadori, 2023): siamo meravigliosi quando osiamo essere noi stessi, quando ci concediamo il lusso di esistere pienamente, fragili e coraggiosi, luminosi e imperfetti. Ornella questo lusso se l’è concesso per tutta la vita. E ne ha fatto arte. Con la sua voce calda, ruvida di vita eppure sempre tersa, ha insegnato a intere generazioni che la sensibilità non è una ferita da coprire, ma una porta da attraversare. Che il sentimento è una forza, non una debolezza. Che l’amore (anche quando punge e lacera) merita sempre di essere cantato. Nella sua lunga e meravigliosa avventura, Ornella non ha mai smesso di nascere. L’ho sempre vista così: una donna che si reinventava, che cambiava pelle pur restando se stessa. Una donna che ha saputo fare della sua libertà una dichiarazione d’intenti e della sua voce una carezza ostinata contro il cinismo di tutti i tempi. Fino all’ultimo giorno della sua esistenza ha sempre incarnato una verità che troppo spesso abbiamo dimenticato: la bellezza non risiede nel volto giovane, ma nel cuore vivo. Nel desiderio che non si arrende. Nella curiosità che continua a bussare. Ornella è stata la prova vivente che la vita non ci chiede di essere perfetti, ma di restare presenti. Di custodire quello sguardo bambino che cerca, ride, perdona. Come le creature di Noi siamo bellissimi, Ornella nella sua vita ha attraversato dolori, cadute, rinascite. Ha abitato la gioia e la fragilità, ha vissuto senza smettere di stupirsi. E questo l’ha resa un faro per tutti noi: un esempio di come l’esistenza, quando la vivi con sincerità e coraggio, riesce a scolpire una giovinezza che nessun compleanno può spegnere. La guardavamo e ricordavamo che essere giovani non è una stagione, ma una scelta. È un atto d’amore verso se stessi. È dire al mondo: “Io ci sono. Io sento. Io vivo”. Ornella Vanoni questo lo ha sempre ripetuto. Con una voce che non conosceva tempo. Con una bellezza che non chiedeva permesso. Con un’anima che, anche da over 90, restava luminosa come quella di una ragazza. Perché noi siamo bellissimi quando continuiamo a nascere. La meravigliosa Ornella è stata l’emblema di tutto questo. ●
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