Perché festeggiare la gentilezza

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Spesso scambiata per debolezza, la gentilezza è una sfumatura dell'animo umano che va coltivata, cominciando da una maggiore attenzione agli altri

Oggi 13 novembre è la Giornata Mondiale della gentilezza, celebrata in tutto il mondo dal 1998 come World Kindess Day. Che bisogno c’è di ricordare l’importanza di essere gentili con un appuntamento ad hoc? A ben vedere di bisogno ce n’è e come. Non c’è forse attitudine d’animo più della gentilezza ad essere stata trascurata dalla nostra società, se non addirittura equiparata a debolezza.

Spesso di una persona si dice ” è tanto gentile…”  lasciando intendere che sia anche un po’ fessa. Invece un gesto gentile, specie da sconosciuti, rivela già molto dell’animo di chi lo fa e costa poco metterlo in pratica. Ma abituati come siamo a destreggiarci tra l’indifferenza generale delle persone o peggio a essere circondati da tracotanti e prepotenti, ci siamo persino scordati che a volte le persone gentili esistono davvero.

La scorsa settimana per esempio sono stata oggetto di un gesto insolito e inaspettato di cortesia che mi ha fatto riflettere proprio sul mio grado di assuefazione alla giungla metropolitana milanese.

Era sera verso le 20, quando, mentre mi arrabattavo a preparare  a cena, è squillato il telefono di casa e dall’altra parte la voce di una sconosciuta chiedeva di parlare con me. Al momento, pensando all’ennesimo call centre scocciatore, le ho risposto con tono aggressivo chiedendole in modo sbrigativo: «Cosa desidera?».

La signora, molto educatamente, scusandosi per aver chiamato all’orario di cena, mi avvertiva di aver trovato per terra la mia carta d’identità all’uscita dei tornelli della metropolitana in piazza Duomo e di aver pensato di rintracciarmi di persona invece di lasciare il documento al personale addetto dell’ATM.

Al momento sono rimasta basita, in fondo, ho pensato, sarebbe stato più sbrigativo e ugualmente corretto consegnare il documento all’ATM e lasciare a loro l’onere di rintracciarmi. Invece la mia salvatrice  si era presa la briga di cercare il mio indirizzo e numero di telefono sulla guida telefonica e di contattarmi. Sapete che per un istante ho pensato persino a un raggiro? Sono andata subito a controllare nella borsetta se la carta d’identità era al suo posto e quando ho visto il porta documenti vuoto ho realizzato che la signora non poteva essere una truffatrice, ma era davvero un angelo caduto dal cielo.

Così ci siamo date appuntamento una mattina alle 8.30 ai tornelli del metrò per un magico scambio di sorrisi e ringraziamenti, io armata di vassoio di pasticcini e lei con il mio documento in mano.

Questo episodio mi ha un po’ riconciliato con il mondo e mi ha convinto che l’umanità e la gentilezza d’animo forse albergano in ciascuno di noi, ma sono quasi seppelliti sotto una dura scorza di indifferenza, soffocati da un egoismo che si esprime spesso in solipsismo tecnologico. Perché per esempio sui mezzi pubblici nessuno si alza più per far sedere un anziano?

Forse a nessuno è stato insegnato questo gesto di civiltà? Non credo, ma vedo invece che la maggior parte delle persone di tutte le età sui mezzi pubblici tiene la testa china sullo schermo del cellulare, assente a qualsiasi contatto umano. E allora per un giorno alziamo lo sguardo dal display dello smartphone e proviamo a guardare chi ci sta di fronte, forse scopriremo che è più interessante intessere rapporti umani che fare videogiochi. Io la mia Giornata Mondiale della gentilezza la dedico alla signora della carta d’identità.

 

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