Postmortem di Patricia Cornwell

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Il mito di Kay Scarpetta è eccezionale, da brivido; una lettura di quelle che non è possibile lasciare in attesa, perfetta per i lunghi e afosi pomeriggi estivi.

In realtà questo post consiglia ventun libri e non solo Postmortem. Forse sarebbe stato meglio se avessi intitolato il tutto Kay Scarpetta e basta, perché è lei e soltanto lei la protagonista assoluta dei romanzi gialli che ormai da più di trent’anni la scrittrice statunitense ci regala con assoluta generosità.

Il mito Scarpetta è eccezionale, da brivido; una lettura di quelle che non è possibile lasciare in attesa, perfetta per i lunghi e afosi pomeriggi estivi.

Io cominciai proprio così, per caso, un pomeriggio di un luglio di quindici anni fa, stesa sulla spiaggia di Pineto, splendida località marittima a pochi chilometri dalla vivace Pescara. Avevo appena finito di leggere La vera fabbrica dei corpi di Bill Blass e Jon Jefferson (Tea Editore), un testo sul laboratorio del Tennessee in cui si studia la decomposizione dei cadaveri in ogni condizione possibile e inimmaginabile (avete letto bene), e avevo trovato l’argomento spaventoso e accattivante insieme. La prefazione era scritta proprio da Patricia Cornwell e da lì al primo libro e poi al secondo e poi all’ultimo è sempre stato il tempo di correre in libreria e leggere leggere leggere…

Sono di gran moda settimanali e programmi tv che ricostruiscono scene del crimine e tentano, anche con la presenza di esperti in studio, di risalire alla mano armata o alle ragioni dei delitti. Ecco, se amate il genere, Kay Scarpetta fa per voi. E faranno per voi anche l’amico e collega di sempre Pete Marino, la nipote Lucy e l’amore di sempre, Benton Wesley. Faranno per voi il loro coraggio e le loro fragilità.

Ogni romanzo è un caso da risolvere, per Kay e per la sua squadra. In ogni romanzo c’è da rendere giustizia a uno o più corpi e c’è da mettere in salvo il proprio.

La differenza tra i gialli della Cornwell e tutti gli altri? Abissale. Ottima scrittura, trame mai scontate, descrizioni di procedure reali precise e rispettose della scienza anatomopatologica, insomma, Kay Scarpetta, sangue italiano nelle vene e pragmatismo tutto stelle e strisce, sa quello che dice e sa quello che fa.

Per chiudere, l’aspetto più importante. La Cornwell scrive e non si risparmia. Ma a guidare ogni indagine, ogni autopsia, c’è compassione. Sono storie di fantasia trattate con rispetto. Non crediate sia poco.

Libro dopo libro sarà impossibile non affezionarsi ai personaggi e cadrete anche voi vittime della “sindrome Kay” che miete vittime in tutto il mondo: l’attesa febbrile per l’uscita del nuovo titolo.

 

Patricia Cornwell, Postmortem, Mondadori

 

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