Restituiamo al Natale la sua magia

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Se ne parla già a fine ottobre. I regali si acquistano online. E io mi chiedo: che fine ha fatto l'atmosfera del nostro vecchio Natale?

Il numero di Confidenze in edicola adesso, udite, udite, è quasi interamente dedicato ai regali di Natale. Perciò non perdetelo, perché è pieno di idee da mettere sotto l’albero.

Le proposte spaziano dalla moda alla bellezza, ai libri. E fanno venire tanta voglia di donarle, ma anche di riceverle. In più, sono pensate per tutti i gusti e portafogli.

Insomma, con il giornale alla mano fare la spunta degli acquisti per amici e parenti sarà uno scherzetto da ragazzi. Detto questo, mi domando a quale categoria di “consumatori” apparteniate.

Confesso che mi piacerebbe sapervi super tradizionali. Cioè, decisi a mettervi in moto a Sant’Ambrogio (i milanesi) e all’Immacolata (gli altri), andando rigorosamente a spasso per vetrine.

Invece, è facile che molti di voi preferiscano ormai lo shopping online. Di sicuro molto comodo, ma a mio avviso anche un po’ troppo glaciale. Cliccare su “acquista ora”, infatti, mi sembra che tolga magia al Natale.

Lo dico perché qualche anno fa volevo prendere una piccola libreria per mia mamma. Non avevo idea di dove cercarla e neppure di come portarla a casa. Mia, prima. E sua, nel giorno di festa.

Così, quando una (ovviamente) giovane collega mi ha suggerito l’opzione del computer (che a me non sarebbe mai venuta in mente) l’ho trovata geniale.

In un nanosecondo il monitor mi ha offerto una quantità infinita di modelli. Ho potuto scegliere il prezzo senza fare la spola dall’Ikea al più raffinato negozio di mobili passando attraverso tutte le vie di mezzo. E la confezione gigantesca è stata recapitata direttamente in loco. Cosa chiedere di più?

In realtà, se da un lato avevo scampato una faticaccia immane, dall’altro mi sembrava di aver sbrigato una pratica burocratica. E di aver regalato alla mia mamma qualcosa che non parlava abbastanza dell’affetto smisurato che provo per lei.

Un’altra categoria di acquirenti in vista del Natale è quella che inizia a comprare i presenti già dal gennaio che segue i festeggiamenti. E che, al grido di «Così non devo correre all’ultimo», si muove davvero troppo presto.

Un anticipo che eviti il rush finale l’anno successivo ci può stare. Ma alcuni sono esagerati. Perché trovare qualcosa di carino magari durante un viaggio lontano ha un senso. Mentre vivere con l’ansia del Natale subito dopo il Natale lo trovo da pazzi.

Eppure, c’è chi lo fa. Addirittura, ricordo di un’amica che aveva preso un doppio regalo per la stessa persona. Uno l’avrebbe consegnato nel giro di un paio di settimane. E il secondo, a 12 mesi di distanza.

Cosa che io non avrei mai fatto. Intanto, perché in tutto quel tempo chissà quante cose possono succedere. Una per tutte, senza andare nel tragico, accorgersi di aver perso il cadeau comprato l’anno precedente.

Insomma, il Natale può piacere o meno. Ma quando si decide di festeggiarlo, si dovrebbe abbracciare anche quello che comporta.

Nel mio immaginario, la tradizione prevede senza dubbio lo shopping dal vivo e la serata dedicata alla confezione dei pacchetti. Ancora di più se in casa ci sono dei bambini.

Al giorno d’oggi, infatti, i piccoli vengono bombardati già a fine ottobre da pubblicità con Babbi, alberi, baite immerse nella neve illuminata da lucine gioiose. Non è escluso, quindi, che il 24 dicembre siano stufi marci di un’atmosfera incantata talmente costante da perdere la sua magia. E lontana mille miglia dal calore famigliare.

Da qui la necessità di ricrearla in casa, per restituire alla festa più bella dell’anno l’immagine suggestiva che si merita. Con l’abete decorato solo un paio di settimana prima della vigilia. E la sala che piano piano si riempie di pacchetti. Ovviamente appena acquistati, non pieni di polvere perché vecchi bacucchi.

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