Ridi che ti passa (il sorriso migliora la vita)

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Alzarsi alla mattina con un ampio sorriso stampato sul faccione è già un buon inizio per una bella giornata. Prendiamola come abitudine, dai

Quando è nato il mio primo bambino, uno zio gli ha scritto una bellissima lettera (che ancora conservo) in cui lo esortava a sorridere sempre alla vita, anche quando gli avrebbe riservato brutte sorprese.

Allora ero una giovane neo-mamma felice, innamorata e con un passato radioso alle spalle. Quindi quelle parole, spese fra l’altro in occasione di uno dei due più lieti eventi della mia esistenza (il secondo è stato la nascita dell’altro figlio), mi erano sembrate stonate.

Dall’alto della sua veneranda età, invece, lo zio la sapeva lunga. E quando anche nella mia esistenza (come prima o poi succede un po’ a tutti) si sono verificati rovesci e ribaltoni, il contenuto della  lettera si è trasformato in un monito: dovevo continuare a essere positiva.

Così, se l’articolo Prenditi cura del tuo sorriso (su Confidenze in edicola adesso) parla più della salute della bocca che della mente, l’ho trasformato nello spunto per sottolineare l’importanza di non lasciarsi mai sconfiggere dagli eventi gravi. E, soprattutto, di cercare di godersi ogni attimo di quelli che scivolano via in scioltezza.

Una banalità (o psicobanalità, per dirla alla Crozza)? Abbastanza. Eppure, fateci caso: in giro è più facile vedere gente ingrugnita che con l’aria serena. E spesso si tratta più di un atteggiamento che di vere preoccupazioni. Ma questo tipo di comportamento conferma quanto sia poco diffusa l’abitudine di cogliere  il bello di ogni piccolo dettaglio.

In effetti, se ci pensiamo bene ci sono mille motivi per iniziare le giornate incazzati neri. Già dal suono della sveglia, che verrebbe voglia di scaraventarla giù dalla finestra pur di farla tacere. Invece, io ringrazio con tutte le mie forze i miei genitori (e lo zio) che mi hanno sempre insegnato a sorridere sin dal primo mattino. Che non significa condurre un’esistenza rassegnata, ma provare a volgerla al positivo. Liberandola, per esempio, dalle paranoie più inutili che riguardano le cose stupide.

La più classica? Il panico prima di una partenza, che mi fa diventare matta. Al posto di essere in fibrillazione per la nuova avventura, in molti si lasciano attanagliare da una valanga di dubbi. Che tempo farà? Avrò preso tutto? Come sarà l’albergo? Arriverò all’ora giusta all’aeroporto? E che cavolo!!! Stai partendo, goditela.

Anche perché se pioverà, ti basterà un ombrello per andartene a spasso lo stesso. Se hai dimenticato qualcosa, puoi scegliere di farne a meno o di comprarlo in loco. Se l’albergo è una topaia, al rientro la tua dolce casa ti sembrerà più dolce che mai. E se non arrivi in tempo all’aeroporto, il viaggio salta. Quindi, tutta la snervante agitazione pre-check-in (ahahah, terminato senza di te a bordo) non aveva il minimo senso.

Insomma, amici miei! Sorridiamo al mondo, alla vita, alle nostre giornate. Cerchiamo di spassarcela. E quando risulta davvero impossibile, piangiamo pure tutte le nostre lacrime. Ma appena si asciugano, torniamo a sorridere. In fondo, visto che disperarsi sfianca, alla fine provare a riprendersi in fretta costa la stessa fatica.

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