Se la coppia si mette alla prova. In tivù

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È tornato sul piccolo schermo il programma Temptation Island, in cui uomini e donne testano la solidità della loro unione lasciandosi corteggiare da altre persone. Qualche riflessione su un tema che divide

Mi domando spesso che cosa possa rappresentare per una coppia la possibilità di mettersi alla prova in un programma come Temptation Island (in onda il lunedì in prima serata su Canale5), dove ciascun membro viene corteggiato da altre persone sotto gli occhi indiscreti delle telecamere.

Molti dichiarano di partecipare alla trasmissione per verificare la solidità della propria unione, che spesso sentono fragile, difficoltosa e poco solida. Forse, però, in queste persone emerge anche il desiderio di sperimentare quella che, negli anni Settanta, veniva definita la “coppia aperta”.

Espressione con cui si alludeva a un tipo di unione in cui a ciascun partner era riconosciuta la possibilità di verificare, giorno dopo giorno, l’intensità del proprio legame, anche sperimentando corteggiamenti e relazioni con altre persone. Ai tempi, però, non è stato tutto rose e fiori. La coppia aperta ha, infatti, evidenziato quanto un’unione potesse diventare fragile se privata di un accordo di reciproca fedeltà. C’è di più.

Nel caso di legami consciamente o inconsapevolmente in crisi, un tipo di coppia senza regole né limiti non consentiva di affrontare i problemi cercando di focalizzare dinamiche e ragioni disturbanti. Al contrario, spingeva i membri del legame ad aprirsi verso l’esterno, godendosi la compagnia di altri partner.

Temptation Island sembra voler proporre ai partecipanti esperienze di questo tipo: tanta libertà, qualche tentazione e vediamo come va a finire.

Mi auguro, però, che i concorrenti del programma non siano privati del tutto di adeguati strumenti psicologici, i soli in grado di consentire a una persona di conoscere se stessa fino in fondo, ripercorrendo anche la storia sentimentale e culturale della coppia costituita dai propri genitori. E anche verificando che tipo di educazione sentimentale ha ricevuto in famiglia e focalizzando le ragioni che l’hanno motivata a scegliere un partner invece di un altro.

Le coppie in questione dovrebbero, dunque, essere messe in grado di riflettere su loro stesse e sulle necessità di entrambi i partner, considerando tutte le implicazioni emotive, affettive, educative, sociali, culturali e spirituali.

A che scopo? Proprio per valutare la solidità del legame prima che si tramuti in un rapporto ancora più impegnativo e vincolante e, soprattutto, prima che vengano messi al mondo figli.

Non dimentichiamo, infatti, che quando si diventa genitori la situazione evolve ulteriormente, perché per i bambini la stabilità amorosa di mamma e papà rappresenta una garanzia, un esempio di continuità, una guida alla gestione degli affetti. Elementi preziosi, che permettono di crescere in una situazione serena.

Tornando a Temptation Island, credo che per una coppia lasciarsi tentare da numerosi corteggiatori possa rappresentare una sfida a scegliere con consapevolezza il proprio partner, ma anche e soprattutto a conoscere se stessi e il proprio modo di impostare e gestire la coppia. Una sfida importante, da non rendere superficiale banalizzando senza approfondire conflitti, possibilità e limiti delle relazioni umane.

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