Su, dai, ragazzi: fate almeno un figlio

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In un anno in Italia sono nati 18 mila neonati in meno. Un disastro. Anche perché non ci sono (vere) scuse: un figlio si può fare sempre

Se si pensa razionalmente al momento giusto per mettere al mondo un figlio, trovarlo è quasi impossibile. Prima, perché sei troppo giovane. Poi, perché ormai è troppo tardi. A bloccare lo scellerato progetto, però, ci possono essere anche la mancanza di un lavoro o una carriera in clamorosa ascesa a cui è un peccato imporre lo stop.

Le cose non cambiano se si pensa al motivo: che senso ha far nascere un bambino in un mondo che sta andando a rotoli? La politica è un disastro, la situazione economica non ne parliamo. Se a questo si aggiungono il riscaldamento globale e la plastica che ci soffoca, rimanere incinti (l’evento riguarda la coppia) sembrerebbe una vera e propria carognata nei confronti del povero bebè.

Insomma, di scuse per non mettere su famiglia (apparentemente) ce ne sono a bizzeffe. Non a caso il nostro, cioè l’Italia, è Il paese senza bambini (che poi è il titolo di un articolo che potete leggere su Confidenze in edicola adesso). Così, in piena recessione demografica conclamata, io voglio spezzare una lancia a favore dei pancioni. Esortando tutti i giovani ad abbandonare in un botto solo paranoie e anticoncezionali.

E non mi si venga a dire che è difficile trovare il coraggio in un periodo tanto nefasto, perché la Storia insegna che la vita va avanti. Sempre e comunque. Ma perché possa succedere,  bisogna prima crearla. E se l’hanno fatto i nostri nonni, pur avendo attraversato due guerre (addirittura mondiali, non scaramucce da cortile), non possono imitarli anche i potenziali genitori di oggi?

Certo, i problemi esistono. Dalla semplice preoccupazione di non essere all’altezza del ruolo, a quella più impegnativa di non riuscire a garantire al bambino tutto ciò di cui avrà bisogno (materialmente ed emotivamente) nel corso degli anni. Se poi aggiungiamo l’ansia futura di non vederlo sistemato in tempi in cui il lavoro è più facile perderlo che trovarlo, sono in effetti cavolacci amari.

Quindi, capisco che i giovani tentennino all’idea di ripopolare l’Italia. Ma a chi ci sta anche solo vagamente pensando, suggerisco di farlo subito. Sia perché un figlio è in assoluto il progetto più bello nella vita di ognuno di noi. Sia per evitare che il mondo diventi un gerontocomio pieno di giardini in cui (ormai) inutili scivoli e altalene hanno lasciato il posto a funzionali attrezzature stile beghelli. Ovvero, un perfetto luogo di incontro per gente decrepita, malinconica e malferma. Che non ha nulla di meglio da fare se non rivangare il ricordo di una razza estinta: quella dei deliziosi esserini allegri e sgambettanti che si chiamavano bambini.

Confidenze