Storia vera di Gabriella Gibin raccolta da Dario Nuzzo
Fin da piccola, ho sempre portato in casa animali, dalle lucertole in su, anche se 45 anni anni fa, quando ero bambina io, non c’era tutta questa grande empatia per gli animali che per fortuna si è sviluppata nel tempo. Io e i miei genitori viviamo in un piccolo paese della provincia di Rovigo, Porto Tolle, e in casa avevamo cani e gatti in giardino, sono stati i miei a insegnarmi a prendermi cura degli animali domestici e poi sono diventata autonoma nel farlo. Da adulta, quando sono andata ad abitare da sola, non lontano da casa dei miei genitori, ho attraversato un momento molto critico. Nel 2004 avevo 29 anni e all’epoca tenevo con me due cani, Billy e Birillo, e quattro gatti, Tigre, Babu, Momi, Pupi, tutti trovatelli, che purtroppo per quasi tre lunghissimi anni hanno condiviso con me gli episodi di violenza domestica che subivo dal mio compagno di allora. All’inizio si trattava di una forma di abuso psicologico che poi si è trasformato anche in violenza fisica e minacce. Solo a pensarci ci soffro ancora anche se è passato tanto tempo. In quei frangenti avevo paura di reagire, di chiedere aiuto, che invece è la cosa fondamentale da fare subito. Ed è stato grazie ai miei animali se sono riuscita a uscire dalla spirale di un rapporto malato. Un episodio in particolare ha segnato la svolta, quando quest’uomo cercò di picchiare uno dei miei cani e io mi misi in mezzo per evitarlo. Purtroppo quel giorno me le presi io, ma per fortuna il cane non venne toccato. Da quel momento però decisi di dire basta, guardando negli occhi i miei amici a quattro zampe e vedendo i loro sguardi indifesi ho trovato la forza che mi mancava per reagire e chiedere aiuto alla mia famiglia e alle forze dell’ordine. Ho capito che i miei animali non c’entravano nulla con le mie scelte di vita sbagliate e non dovevano subirle anche loro. Così sono stata aiutata a uscire da questo rapporto malato e da allora frequento corsi e meeting per condividere la mia esperienza e aiutare altre persone a trovare il coraggio di chiedere aiuto, quando ci si trova in situazioni dolorose come questa. Posso solo dire grazie in eterno ai miei animali per avermi salvato la vita dandomi la forza di reagire e rimettermi in piedi.
Quello che ho vissuto mi ha in realtà fortificato, facendomi prendere maggiore coscienza di me stessa e delle mie capacità: ho iniziato a lasciare andare tante cose che prima sembravano importanti e riconoscere la vera sofferenza di tutti gli esseri viventi, uomini o animali, oltre che comprendere l’importanza di poter vivere liberi da oppressioni e soprusi. È stato allora che mi sono detta che potevo trasformare la mia sofferenza in qualcosa di buono anche per gli altri: ho iniziato a fare volontariato attivamente, a studiare le leggi, a confrontarmi e dialogare con professionisti e persone che erano da più anni di me nel mondo animalista, imparando tantissime cose di cui ho fatto tesoro.
Nel 2020 ho fondato il Coordinamento Tutela Diritti Animali Rovigo proprio per tutelare i diritti dei più deboli e dare informazioni per aiutare in modo concreto. Sono tante le persone che non sanno come muoversi in determinate situazioni e ho scelto di mettere a disposizione di tutti il mio bagaglio di esperienza attraverso l’associazione e divulgando attraverso i relativi canali social (Facebook, Instagram e Tik Tok) con consigli specifici sul recupero di animali selvatici o domestici o da reddito o su cosa fare se si assiste a maltrattamenti. Presentarsi da soli come cittadini o a nome di un’associazione non è la stessa cosa, specialmente quando mi trovo ad andare in incognito negli allevamenti per stanare situazioni di maltrattamenti o peggio, di condotte illegali.
È stato così che ho iniziato il percorso che mi ha portato a Giulia, Mara e Taddeo. Volevo andare oltre il salvataggio di soli cani e gatti perché non è giusto dare priorità solo ad alcune specie piuttosto che altre, parliamo sempre di esseri viventi e nessuno merita la sofferenza.
Andavo presso un allevamento dove facevano macellazioni clandestine, maltrattamenti e smistamento di carcasse di animali in modo illecito e quando ho visto con i miei occhi cosa succedeva lì dentro, ho iniziato a fare altri sopralluoghi regolarmente attraverso dei blitz sotto copertura presentandomi come possibile acquirente. Le denunce e perfino le minacce di morte che ho ricevuto sono un’inevitabile conseguenza quando si va a stanare persone che si sentono intoccabili e libere di perpetrare le loro condotte illegali. C’è chi toglie le marche auricolari che contrassegnano gli animali da esemplari che vengono venduti in nero e le mette su altri animali, magari malati, che vengono poi macellati per la vendita della carne. Terribile!
Giulia è una pecora, l’ho incontrata nel 2021 e mi ha cambiato la vita. È stata salvata da una macellazione consentita in Italia per tre giorni, in concomitanza di una festa religiosa islamica chiamata Eid-Al-Adha. In quei tre giorni la legge italiana permette alla comunità islamica di macellare senza stordire preventivamante gli animali, come invece succede per il resto dell’anno quando la legge è in vigore, ma c’è sempre chi non rispetta le regole. Quando Giulia è arrivata a casa, era appena nata ed era grande quanto un gattino, aveva un giorno di vita, la madre era stata una vittima sacrificale. Gli allevatori l’avrebbero buttata nei rifiuti e ho chiesto di darmela, così l’ho portata a casa, ma è iniziato un calvario perché non avendo preso il primo latte dalla mamma è stata male per tanto tempo. Ho preso ad allattarla giorno e notte ogni due ore e mezza per mesi, ho fatto corse dal veterinario, insomma è stata una grande sfida. Lei viveva e vive tutt’oggi in casa insieme ai miei cani, solo che adesso è più complicato perché se prima pesava tre chili, adesso ne pesa 110. È molto affettuosa, intelligente e anche permalosetta. Quando la sgrido per qualche marachella mi tiene il muso anche per delle ore, non mi guarda in faccia anzi mi guarda attraverso gli specchi se è arrabbiata con me. Le pecore sono animali molto più permalosi dei cani e sanno riconoscere il viso. Ho fatto diverse prove: se gli metti davanti una foto mia o di qualcun altro loro si avvicinano col muso alla mia, poi sanno muovere lo zoccolo a tempo di musica, sanno giocare con la palla e si divertono insieme ai miei cani.
Uso il plurale perché sono cose che fanno anche le altre due pecore, Taddeo e Mara. Taddeo, che io chiamo ragioniere mascherato, era caduto da un camion che era diretto al macello, probabilmente la madre lo ha partorito mentre era a bordo, la macchina che era dietro l’ha schivato per un pelo, lo hanno raccolto e me l’hanno portato. È un testone cocciuto, ma molto affettuoso ed è un appassionato di tecnologia tant’è che riesce a scattarsi i selfie da solo! Infine la piccola Mara è arrivata da un allevamento dove mi avevano chiamato per prendere oltre 50 Pastori Maremmani che erano tenuti in condizioni disagiate nelle gabbie. Io li ho fatti adottare tutti e me ne sono rimasti due, Era ed Afrodite, che stanno insieme a Mascia che è un incrocio tra un Pastore Tedesco e un Rottweiler, a un Border Collie di nome Stella, a una cagnolina affetta da diabete che si chiama Candy e a tanti animali che però sono in stallo da me solo temporaneamente.
Mi occupo di tutti da sola, ma visto che son tanti spesso capita che qualche volontario venga ad aiutarmi, specialmente per la cura di quelli in stallo perché ho tanto spazio a disposizione. Tornando alla storia di Mara, alcune pecore con i loro agnellini erano in transito da un box all’altro e piccola Mara era rimasta indietro. Non trovando la sua mamma, ha iniziato a correre in giro e lamentarsi per la paura. Un operaio, forse innervosito dal suo comportamento, ha iniziato prenderla a bastonate per farla smettere. Io l’ho subito fermato buttandomi su di lui però intanto Mara era già a terra esanime con le zampette paralizzate. Ho chiesto di farle l’eutanasia ma si sono rifiutati di farlo per il costo dell’iniezione, quindi ho proposto che la lasciassero a me.
Da allora è iniziato un percorso lunghissimo, perché Mara aveva un ematoma molto esteso che le comprimeva la colonna vertebrale a livello cervicale. L’ho portata in una clinica rinomata, dove hanno fatto un vero e proprio miracolo. L’hanno sottoposta a un primo intervento e poi dopo una serie di carrellini, tutori vari, ginnastica e la riabilitazione per cui devo ringraziare anche la gentilezza e la determinazione degl istituti che mi hanno aiutata, oggi finalmente Mara cammina dopo un nuovo intervento di allungamento dei tendini.
Come faccio a seguire tutti questi animali? Ci sono tante persone che ci seguono e che supportano moralmente o tramite donazioni l‘associazione, per far sì che si possano coprire le spese veterinarie e le uscite necessarie per l’acquisto di cibo per gli animali di cui ci occupiamo. Senza di loro non sarebbe possibile portare avanti le nostre attività e a tutte loro va il mio ringraziamento.
Quando la mattina devo andare al lavoro, porto al pascolo Giulia, Mara e Taddeo: salgono da soli in auto tranne Mara, che è ancora piccola, e poi le lascio dai miei genitori che hanno un grande parco, vado a riprenderli alla sera e dormono tutti in casa con me, ognuna ha il suo divano. Sono un’insegnante di scuola primaria e tutti i miei alunni sono a conoscenza delle mie avventure con Giulia, Taddeo e Mara che seguono anche attraverso i social insieme ai loro genitori. A volte ho anche portato Giulia nelle scuole per fare opera di sensibilizzazione, sono andata in vacanza con lei, sono andata al ristorante e in gondola a Venezia con Giulia sempre al guinzaglio ma anche a Roma e Milano. Non ho mai trovato nessuno che si rifiutasse di farci entrare, ci hanno sempre accolto tutti, anche se con qualche perplessità.
Porto le mie pecore anche nelle rsa, nei centri con persone affette da disabilità ed è molto bello vedere l’interazione che hanno bambini e anziani con questi animali. Relazioni non giudicanti che suscitano sorrisi ed emozioni e per me è sempre come se fosse la prima volta.
Se posso farmi un augurio per il futuro vorrei vedere i volontari di tutta Italia più uniti, quasi a formare un unico fronte di solidarietà e poi, oltre che creare un rifugio, mi piacerebbe tanto scrivere un libro per grandi e piccini che raccolga le nostre storie quotidiane. Oppure un libro intitolato “La Costituzione delle pecore” dove riprendere in modo goliardico alcuni articoli della Costituzione, e per ciascuno associare una foto di Giulia, Mara e Taddeo a colori con accanto una pagina dove c’è la stessa foto da colorare. Sarebbe molto bello e se qualcuno volesse aiutarmi in questo progetto, non esisti a contattarmi.●
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