Attenzione a queste erbe se stai prendendo farmaci

Natura
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È necessario sapere che piante anche molto comuni, usate a scopo salutistico e persino alimentare, possono avere gravi effetti nocivi se assunte insieme a certi farmaci

 

“Cosa vuoi che sia, per una tisana? Tanto è naturale…”. Deve aver pensato qualcosa del genere chi si è ritrovato all’ospedale con gravi conseguenze indesiderate dovute alla contemporanea assunzione di erbe e farmaci.

 

Sì, avete letto bene, perché, come ho già avuto occasione di precisare in altri post, innanzitutto naturale non significa innocuo. Anzi, i più potenti veleni si trovano in natura, utilizzati come arma di difesa da piante e animali.

 

Vero è che qui stiamo parlando di erbe benefiche, ricercate apposta per i loro effetti salutistici, ma il punto è un altro: alcuni composti delle piante sono in grado di interferire con i principi attivi di determinati medicinali, dando luogo a effetti avversi persino potenzialmente mortali.

 

È allora di importanza letteralmente vitale conoscere per tempo quali sono questi fitoterapici e i principali farmaci con cui interagiscono, in modo da evitare combinazioni pericolose. Oggi vi parlo di alcune erbe, piante e frutti tra i più diffusi. Sono certo che vi stupiranno.

 

Curcuma

Negli ultimi anni la curcuma ha conquistato tanti consumatori in tutto il mondo, che hanno imparato ad apprezzarla sia sotto forma di spezia che di integratore alimentare ad alto titolo di curcuminoidi, i suoi principi attivi. Al di là del fatto che nelle scorse settimane il Ministero della Salute ha lanciato un’allerta su diversi prodotti contenenti curcuma, perché risulterebbero responsabili di oltre 20 casi di epatite acuta (sono in corso verifiche per appurare la causa), sappiamo da tempo che i curcuminoidi interagiscono con i farmaci antiaggreganti (come la Cardioaspirina) e anticoagulanti (quali il Coumadin), aumentando il rischio di sanguinamento, e possono inibire gli effetti di certe terapie antitumorali o potenziarne la tossicità.

 

Liquirizia

È uno dei miei fitoterapici preferiti, per le sue eccellenti proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti che ne fanno un presidio naturale immancabile contro gastrite e ulcera. Magari in questo periodo di gran caldo qualcuno di voi la starà utilizzando per “tirarsi un po’ su”, visto che la radice di liquirizia (o, meglio, il suo più importante principio attivo, la glicirrizina) ha anche la capacità di alzare la pressione arteriosa. C’è però l’altro lato della medaglia: la liquirizia può aumentare indesideratamente l’effetto dei farmaci cortisonici e inoltre favorisce la perdita di potassio indotta dai medicinali diuretici prescritti a molti pazienti con patologie cardiovascolari. Attenzione anche al consumo eccessivo di caramelle e bastoncini.

 

Pompelmo

Tra gli alimenti più insospettabili e nel contempo più critici per chi sia in terapia farmacologica c’è lui. Il pompelmo infatti rallenta l’eliminazione dei medicinali da parte dell’organismo, aumentandone l’attività e i possibili effetti collaterali. Basta bere una spremuta per triplicare le concentrazioni ematiche di certi farmaci. La colpa è di specifici composti di questo agrume, le furanocumarine, che inibiscono importanti enzimi che hanno il compito di “smaltire” i medicinali. Il meccanismo è generale, ma per determinate classi di farmaci (statine per il colesterolo, alcuni medicinali per la pressione alta quali i calcio-antagonisti, farmaci per le alterazioni del ritmo cardiaco, come l’amiodarone) il rischio di interazione con il pompelmo sembra addirittura più elevato.

 

Il tema delle interazioni erbe-farmaci è ampio e, credo, di estremo interesse. Mi piacerebbe, se siete d’accordo, tornare presto sull’argomento, perché non sono poche le erbe, anche tra quelle comunemente usate, che possono riservare spiacevoli sorprese quando abbinate ai medicinali.

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