Burger vegetali? Anche no!

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Ormai diffusissime, le imitazioni vegetali dei classici hamburger non rappresentano né un prodotto nutrizionalmente equivalente alla carne, né più sano. Ecco perché

I burger vegetariani da qualche tempo vanno di moda, sono oggetto di un ingente battage pubblicitario e non mancano in qualsivoglia supermercato che si rispetti. Costituiscono però l’ennesimo cibo ultraprocessato spacciato per sano dal marketing alimentare, sfruttando sapientemente la convinzione, tanto diffusa tra i consumatori quanto erronea, che il termine “vegetale” si associ implicitamente alla salubrità.

A dire il vero, non si scorge un solo aspetto, perlomeno di carattere salutistico e nutrizionale, per suggerire il consumo di queste imitazioni della carne.

Infatti, come definire se non cibo spazzatura un prodotto del tutto artificiale, creato assemblando proteine estratte dai piselli, olio di canola, olio di cocco, acqua, estratto di lievito, maltodestrine, aroma naturale, gomma arabica, olio di girasole, sale, acido succinico, acido acetico, amido modificato, fibra di bambù, meticellulosa, amido di patata, estratto di barbabietola, acido ascorbico, estratto di annatto, acido citrico e glicerina vegetale? Ebbene, questo è l’elenco degli ingredienti del Beyond Meat burger, il similcarneo realizzato da una delle principali aziende di riferimento del settore e, a detta di molti, il più simile alla carne per aspetto, gusto e consistenza.

Deve essere chiaro, allora, che non è sufficiente che queste simulazioni della carne siano composte solo da ingredienti vegetali perché possano automaticamente dirsi sane e raccomandabili: quando un prodotto viene pesantemente lavorato e riempito di grassi, sale e additivi, è la qualità complessiva ciò che viene a mancare.

Manca anche – tocca constatare – una corretta educazione alimentare di chi questi prodotti si trova ad acquistarli. I consumatori, spaventati da infondate affermazioni sulla nocività della carne (che in realtà è un cibo sano e benefico, quando contemplata con buon senso nella dieta), sono disposti a spendere tre euro all’etto per un suo surrogato che è la quintessenza dell’artificialità e non si comprende in virtù di cosa dovrebbe risultare preferibile a una bella bistecca.

Ovviamente, nemmeno il valore nutrizionale è comparabile e dunque non si creda che consumando i burger vegetali si incameri la stessa quantità e qualità di nutrienti della carne. L’unica equivalenza si ha, al limite, per la quota di proteine. Per il resto, nella finta carne mancano completamente o sono insufficienti tutti quei micronutrienti che rendono la carne un alimento prezioso, innanzitutto vitamina B12, ferro, zinco, selenio, per non parlare di carnitina, creatina, taurina e ulteriori sostanze che contribuiscono a far funzionare al meglio il corpo umano.

E in merito alla sostenibilità ambientale? Non è il mio lavoro e su questo punto lascio la parola ad altri. Tuttavia, non posso evitare di domandarmi da quali e quante parti del mondo provengano le due decine di ingredienti che caratterizzano il veg burger della Beyond Meat e se quindi anche il minor impatto sull’ambiente vantato dalla carne finta sia reale oppure no.

In conclusione, se volete togliervi lo sfizio e consumare una tantum un burger vegetale, fate pure. Basta non considerarlo un gesto di attenzione per la propria salute.

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