E’ abbastanza giusto pensare che la fedeltà di un cane, come quella di un compagno o di un amico la si misuri nel tempo. Quindi avendo il mio nuovo adorato amico a 4 zampe solo un anno, ho molti più ricordi impressi nella mia memoria del mio primogenito cane Brando, passato a miglior vita (così si dice, ma sicuramente lui vorrebbe essere ancora con me in questa!) il 15 ottobre 2014 a 15 anni. Brando, un Labrador nero, l’avevo preso con il mio ex compagno. Il desiderio di avere un cane risale già ai miei primi anni di vita, ma solo a 32 anni è arrivato lui, quello che ritengo essere il mio “primo” cane. Penso che l’insistenza nel chiedere di prendere un cane sia stata così estenuante che M. non potè che accontentarmi. Poi, dopo poco tempo arrivò anche mio figlio.
Quando poi ci separammo decidemmo, essendo tutti i due molto affezionati al cane, di continuare a gestirlo assieme, dividendoci equamente la sua presenza nei weekend e nelle vacanze. Brando insomma, come mio figlio, era sempre con la valigia in mano (anzi meglio di dire in zampa) e passava da una casa all’altra, da un weekend con la mamma a uno con il papà. Tutto ciò per me era un’enorme sofferenza. Quando si avvicinava il giorno in cui M. doveva venire a prenderlo io stavo malissimo, era come se mi strappassero mio figlio, né più né meno. E appena se ne andava iniziavo a contare i giorni che mancavano al suo ritorno. Ma quello che mi faceva ancora più soffrire era vedere Brando nascondersi quando M. veniva a prenderlo e i suoi occhi lucidi, perché non voleva lasciarmi. La sua padrona ero io e lui mi era fedele, come forse solo un cane può essere.
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