Zucchero nella frutta: perché non ne devi avere paura

Natura
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Il consumo di zucchero va ridotto, per evitare problemi di salute anche gravi. Molti però si privano addirittura della frutta o la limitano fortemente. Ti spiego perché sbagliano.

Nutrizionisti e dietologi mettono costantemente in guardia dal consumo eccessivo di zucchero, e fanno bene. Va un po’ meno bene quando l’allarme si estende persino alla frutta fresca, in quanto naturale contenitore di zucchero.

Ora, è vero che la frutta – certe varietà più, altre meno – contiene zuccheri semplici (in particolare fruttosio, ma anche glucosio e saccarosio) e senz’altro consumarne esagerate quantità non è consigliabile, soprattutto per chi deve dimagrire, è malato di diabete, presenta livelli troppo alti di trigliceridi nel sangue o soffre di steatosi epatica (l’eccesso di zuccheri, infatti, nel corpo si trasforma in grassi).

Ma lo zucchero della frutta non è paragonabile a quello contenuto nella bustina o nella zolletta per quel che riguarda gli effetti sull’organismo e sulla salute. Mentre in un cucchiaino di normale zucchero da tavola non c’è altro che questo dolcificante (saccarosio, per la precisione), in un frutto gli zuccheri sono accompagnati da fibra alimentare, una gran quantità di vitamine, minerali, antiossidanti, ulteriori composti fitochimici, una spruzzata di proteine e tanta acqua. Componenti che, oltre a possedere benefici propri che rendono la frutta fresca un alimento che non deve mancare nella dieta di nessuno, modulano gli effetti negativi dello zucchero, a partire dalla sua capacità di innalzare rapidamente la glicemia nel sangue, fenomeno che invece si verifica ogni volta che consumiamo un caffè zuccherato.

Inoltre, c’è molto meno zucchero in un frutto che in una lattina di bibita industriale, al di là del fatto che in quest’ultima trovi solo zucchero e calorie. Insomma, sei nel giusto se ti preoccupi dello zucchero, ma preoccupati dei biscotti, non delle albicocche!

Un po’ di attenzione dev’essere posta nei confronti della frutta molto zuccherina (cachi, fichi, banane, uva ecc.), in primo luogo da chi ha il diabete. Ma, in accordo con il proprio medico, anche questi soggetti in genere possono, con moderazione e buon senso, consumare ogni tipo di frutta fresca, nell’ottica di perseguire una reale varietà alimentare e la completezza nutrizionale della dieta.

 

Occhio ai trabocchetti, però. In studio e sui miei social mi imbatto con grande frequenza in persone che mi raccontano – non senza un certo compiacimento… – di consumare marmellate o analoghi prodotti contenenti solo zuccheri della frutta. È una dicitura riportata in modo ben visibile in etichetta, ma è un vero e proprio inganno. Si tratta, sì, di zuccheri provenienti dalla frutta (in genere da mela o uva), però ricavati dal succo del frutto, che viene estremamente concentrato e poi artificialmente addizionato alla marmellata. Insomma, viene lasciato intendere che siano gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta con cui è stata fatta la marmellata, invece costituiscono un’aggiunta nel corso del processo produttivo. Le ricadute sul corpo di questi zuccheri sono identiche a quelle dello zucchero da cucina, ma formalmente la legge viene rispettata, perché… sono zuccheri “della” frutta! Tu non farti abbindolare e lascia tranquillamente mangiare questi prodotti a chi te li vorrebbe proporre.

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