Caterina Murino: «Per la prima volta faremo Natale in tre»

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Mamma da pochi mesi, l'attrice ora si prepara a passare le feste con il compagno e il piccolo Demetrio Tancredi. Arrivato come un regalo della vita, dopo un percorso lungo e doloroso

Dal 28 novembre Caterina Murino sarà su Prime Video con Natale senza Babbo, non il classico cinepanettone, ma un film molto moderno, con un cast di primo piano (Luisa Ranieri, Alessandro Gassmann, Valentina Romani, Diego Abatantuono tra gli altri). Qui ci racconta la sua la vita tra set e poppate, perché lo scorso agosto, alla soglia dei 48 anni, l’attrice è diventata mamma!

In Natale senza Babbo, sei la Befana. Come ti sei sentita nei panni di una vecchia signora?

«Benissimo e mi è dispiaciuto lasciarli, anche se le quattro ore quotidiane di trucco e strucco erano faticose. Ma è un personaggio che ho amato pazzamente».

Nel film cerchi di “fare le scarpe” a Babbo Natale?

«Insomma, lui è depresso e non se la sente di portare i regali, allora io vorrei sostituirlo, insieme a Santa Lucia».

Conoscevi già qualcuno del cast?

«Con Alessandro Gassmann avevo già girato un altro film e con Luisa Ranieri (che qui è la moglie di Babbo Natale) è stato bello ritrovarsi. Abbiamo fatto insieme la scuola di teatro, 26 anni fa».

Tu con il Natale hai un legame speciale, visto che hai scoperto di essere incinta il 24 dicembre dello scorso anno?

«Dopo tante delusioni la prima cosa che mi sono chiesta è stata: dov’è la fregatura? Avevo paura, perché il mio è stato un percorso lungo, durato otto anni e avevo già perso due bambini. Invece la Befana mi ha fatto davvero un regalo!».

Com’è stata la gravidanza?

«Serena, i primi tre mesi ero in tournée in Francia (dove vivo da anni) e non ho avuto problemi».

Diventare mamma non è stato facile per te. Rifaresti tutto?

«Sì, nonostante i tanti momenti dolorosi».

Prima di conoscere Edouard Rigaud, l’avvocato che da qualche anno è il tuo compagno, avevi mai desiderato un figlio?

«Ci pensavo, ma non l’avrei fatto senza un padre. Ci vuole una persona accanto, da sole è difficile».

Cosa ti ha fatto pensare che Edouard fosse il padre giusto?

«Lo senti dentro. Quando tutto è semplice, quando non ci sono ansie, è l’uomo giusto. Noi, dopo tre mesi, abbiamo subito deciso di convivere. Mi sono piaciute la sua intelligenza e la sua semplicità, ma all’inizio non volevo illudermi e gli dicevo sempre: “Tanto ci lasceremo”. Un giorno mi ha detto: “Se dici ancora che ci lasceremo, ti metto sotto la doccia vestita”. E poi l’ha fatto davvero!».

Avete cercato un figlio insieme molto a lungo. Hai mai pensato di arrenderti?

«No, ma ci eravamo vicini. Se fosse andata male un’altra volta avrei rinunciato. E la mia vita sarebbe felice lo stesso. Si può essere madri in tanti modi. Io mi sono sempre sentita la “mamma” dei miei quattro amatissimi gatti (Lithyia, Hercule, Selene e Leto) che ora guardano a questo intruso con sufficienza».

Però il percorso è stato lungo, sei una “capa tosta”?

«Certo, sarda sono!».

Hai cambiato diversi ginecologi, cosa non andava nel loro approccio?

«La loro freddezza, il distacco con cui mi trattavano, anche se erano specialisti dell’infertilità. Ne ho cambiati ben 15, francesi e italiani, prima di trovare quello giusto. Per loro i miei 40 anni erano troppi, ma erano poco empatici anche con chi ne aveva 35».

Qual è stata la cosa più difficile nella tua ricerca della gravidanza?

«I mesi di attesa, le iniezioni alla sera, bombe di ormoni che mi facevano continuamente ingrassare e dimagrire, era pesante».

Durante la gravidanza hai preso 20 chili. Ti sei preoccupata, temevi di non tornare più come prima?

«No, non ho mai pensato che sarei rimasta così, infatti ora li ho già persi quasi tutti. Ma guardarmi allo specchio era complesso. Dopo anni in cui avevo sognato di avere quelle forme, quasi non ci credevo, mi vedevo riflessa nelle vetrine e non mi riconoscevo, era come se non fossi io. Ho avuto una bella gravidanza, il bimbo era tranquillissimo anche nella pancia ed è ancora così, buono e pacifico un bambolotto! È uscito proprio bene, anche se il parto è stato traumatico, orrendo. Avevo tantissima paura. Abbiamo dovuto anticiparlo di due settimane perché il bambino era molto grande, così hanno indotto il travaglio, che è durato molte ore. Urlavo dal male e mi sono resa conto di che atto doloroso e animalesco sia la nascita».

Il bambino si chiama Demetrio Tancredi. Chi ha scelto i nomi?

«Edouard ha scelto Demetrio, perché ama la Grecia antica, ma a me piaceva Tancredi, così ora ha due nomi».

Ti rivedi in lui quando lo guardi?

«Per niente, assomiglia tutto a mio marito. Lui ne è felice e anch’io».

Come sarà questo primo Natale da mamma?

«Per me il Natale vuol dire famiglia. La mia è meravigliosa e sono sempre tornata da loro per le feste, in Sardegna. Non ho mai saltato un anno. Questa volta però resterò a Parigi, saremo solo noi tre, ho già comprato dei pigiami natalizi verdi identici. Edouard odierà indossarlo, ma dovrà fare anche le foto! (ride) A Capodanno invece saremo a Limonge, dai miei suoceri. Poi, a gennaio sarò al Teatro Massimo di Cagliari per dieci giorni e starò un po’ di tempo con la mia famiglia. Sono in tournée in Italia (fino al 7/12 a Roma) con La vedova scaltra di Goldoni, una commedia bellissima che ho portato già in tour anche in Francia. Tancredi naturalmente verrà con me, lo porto ovunque e mamma mi aiuta».

Sui social hai ricevuto più critiche o più incoraggiamenti per la tua scelta di maternità?

«Mi hanno massacrata! Mi hanno scritto che sono egoista, una nonna, non una mamma. Ma ho ricevuto anche messaggi meravigliosi, da donne che come me lottavano per diventare madri. Le abbraccio tutte, soprattutto quelle che non ce l’hanno fatta. Ma abbraccio anche chi difende il suo coraggio di non volere figli».

Perché non dobbiamo perderci Natale senza Babbo?

«Guardatelo, è una bellissima storia di famiglia, fa capire perché bisogna festeggiare la nascita di Gesù. E poi qui sono le donne a salvare il Natale, è un film che piacerà molto anche ai bambini, c’è dolcezza e divertimento».

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Intervista di M.G. Sozzi pubblicata su Confidenze 48/2025

Foto cover: Piergiorgio Pirrone

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