Chi sa perdonare col cuore?

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Quando si subisce un torto grave, si può perdonare in modo sincero? Forse, per farlo, bisogna essere più che umani. O sostenuti da una comunità

“Siamo ancora capaci di perdonare?”. Se lo chiede un’amica, in una lettera che don Luigi e la psicoterapeuta maria Rita Parsi commentano nel n. 43 di Confidenze.

È un tema delicato, questo: può essere facile perdonare piccole offese, ma quanto è difficile perdonare con il cuore, fino in fondo, se si è stati vittima di torti gravi?

Io non credo che ci riuscirei. E mi ritrovo nelle parole di don Luigi che osserva: «Il perdono è un’azione divina e solo se si entra in sintonia con Dio si può trovare la forza di offrirlo».

Un’azione divina, sovrumana.

O, a volte, supremamente umana, quando il perdono viene inteso non come scelta individuale, ma come gesto collettivo, di un popolo.

Penso a un grande esempio storico: quello della “Commissione per la verità e la riconciliazione”, istituita in Sudafrica nel 1995 dopo la fine dell’apartheid. Favorita da Nelson Mandela, allora Presidente del Paese, la Commissione aveva lo scopo di rintracciare e raccontare la verità su quello che era successo negli anni dell’apartheid. Questo Tribunale concesse quindi alle vittime la possibilità di denunciare le violazioni subite e di raccontare le sofferenze patite, e raccolse la testimonianza di chi aveva commesso crimini, concedendo anche amnistie, quando i responsabili si assumevano le loro responsabilità. «Il perdono è coscienza dell’altro, comprensione delle differenze, ammissione di colpa, bisogno di andare oltre. Solo dal perdono nasce l’amore. (…). Però nel mio Paese tutti quelli che desiderano il perdono devono sollecitarlo individualmente» ha scritto sul tema Nelson Mandela. Ma in questo caso, non era il singolo a dover trovare dentro di sé quella forza divina che occorre per perdonare, ma un intero popolo che prendeva coscienza di avere subito e di poter anche perdonare, per costruire una nuova storia.

Così, tanto per provare a immaginarlo: che cosa succederebbe oggi, nel nostro Paese, se chi ha commesso abusi, ma anche chi ha corrotto, nascosto, alterato certe verità si presentasse a chiedere perdono?

Questa sì, sarebbe una rivoluzione.

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