Uno spazio per te


In spiaggia vietato rompere le scatole

di catia castellani

Tempo di vacanza, di spiaggia, di odore di abbronzante al cocco, di relax. Finalmente sdraiata sul lettino con le chiappe al sole, gli immancabili occhialoni scuri sul naso, il cappello di paglia appoggiato in testa e la bellezza del dolce far niente. Ma niente nel senso più assoluto quindi niente giornale, parole crociate e Mac. Della serie voglia di fancazzismo puro. Immaginate una spiaggia che alle 9 di mattina è semi deserta, tutti stanno ancora facendo colazione o smaltendo la cena della sera precedente. Niente bambini urlanti. Niente machi mediterranei con i pettorali in bella vista e glutei fasciati da slip bianchi. Solo qualche anziano che fa ginnastica. E’ l’ora che preferisco, il mare tutto per me. Poi piano piano tutto si anima, dal lido arriva la musica, comincia ad arrivare qualche gruppetto sparuto di persone.Dopo il primo tuffo son li che mi asciugo contemplando l’azzurro del cielo ed il verde smeraldo dell’acqua spalmandomi di crema, protezione 30 perché ho la pelle delicata quando con orrore vedo una famigliola avvicinarsi : papà mamma e due bambini.Lo so, me lo sento: si metteranno qua. Pensato? Fatto! Nel giro di due nano secondi sono circondata da una distesa di giocattoli e da un salvagente enorme a forma di dinosauro. Loro, gli infanti, guardano con la bava alla bocca il mare e lui, l’uomo di famiglia, il padre che dice “bambini ‘sta spiaggia non va bene” . Siiiiiii mi esce silenziosamente dal profondo del cuore mentre lancio un ringraziamento al cielo.Continua la mamma, una donna magra con due occhioni blu ed un copricostume nero a fiori:” bambini il mare è mosso e c’è vento. Il bagno qua non lo potete fare. Si va via”Ora, con tutta l’antipatia che posso avere per dei bambini caciaroni in vacanza, ma dove lo vedete il mare mosso? E il vento dove lo sentite? Alzo discretamente la testa, inforco gli occhiali e riguardo il mare: leggerissimamente, in maniera molto impercettibile è forse un pochino increspato. Con quell’ondina appena accennata che a riva schiaffeggia la sabbia. E il vento? Han detto che c’è vento. Boh, a me sembra più una brezza. Calda ma semplicemente brezza. Non mi pare vento. Scambio uno sguardo con sopracciglio alzato con i vicini che in silenzio hanno ascoltato quando la famigliola se ne va. Vedere quei bambini con la testa china raccogliere le loro cose e ciabattare dondolanti con lo sguardo lacrimoso mi ha fatto tristezza. Loro, i genitori, impettiti e carichi come dei somari tra zaini, frigo e asciugamani davanti come due generali dell’armata rossa. Chissà se saranno riusciti a trovare una spiaggia adatta a fare il bagno o se avranno fatto il giro della Sicilia. Poi se da grandi i vostri figli avranno dei problemi di disagio fatevela qualche domanda! Ho ripreso a spalmarmi di crema e ad abbozzare, da ferma, qualche passettino a ritmo di musica godendomi il resto della mattinata: per oggi l’incubo mamme urlanti è stato sventato. Si perché i bambini sono bambini e si comportano come tali. Ma certi genitori sono insopportabili! Vade retro urlatrici da spiaggia.

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