Uno spazio per te


L’importanza del dono

di Teresa Averta

Sono una simpatica maestra, con il sorriso stampato sempre sul viso, amo i bambini, il mondo e la scrittura. All’inizio del mio cammino letterario, quand’ero un po’ più piccola di età, non permettevo a nessuno, di leggere le mie idee, i miei pensieri contenuti nei miei diari segreti, nemmeno all’amica più cara; nascondevo “il mio sapere” dentro questi diari della fanciullezza che conservavo, e conservo tutt’ora, gelosamente, tra gli scaffali della libreria, della mia casa materna. Nessuno, credo sapesse di questa mia passione, e mi dicevo: -scrivo e basta!-. Non sentivo il reale e forse giusto bisogno di riscontri, di opinioni, c’ero soltanto io con me. Mio zio paterno -lui sì, che era un poeta- assiduo frequentatore di casa mia, un giorno per caso, in occasione di una delle sue abituali visite, mi sorprese a scrivere…sul divano del salotto. Non feci in tempo a nascondere il mio diario, e mi “scoprì”…scoprì il mio talento artistico…che io non avevo ancora riconosciuto. Da quel momento iniziò, il mio autentico cammino poetico.Fu lui che mi indicò la strada, fu lui che mi fece prendere consapevolezza di questo carisma che andava delineandosi nella mia vita. Poi c’è stato, come diremmo oggi, “un periodo sabbatico”, per via dei miei studi e il percorso dell’insegnamento nelle scuole, come docente di scuola primaria. Con gli anni, ho ripreso a scrivere, di tutto; ho iniziato con un blog sul web: ho cominciato a sentire quella voglia di aprirmi agli altri, alla gente, nel termine più generale. Sentivo che quello che costruivo era sprecato se non lo condividevo in qualche modo. Non sono il tipo di persona che và da qualcuno per dirgli “leggi questo, dammi un parere,”. Scrivo e leggo, leggo e scrivo, aggiungo articoli, poesie, favole, aforismi sul blog e chi si è visto, si è visto. Non cerco e non chiedo pareri volontariamente, insomma; ma sono sempre ben accetti. Questa è una cosa che da adolescente non ricercavo per nessuna ragione: timidezza, riservatezza assoluta, incoscienza, sano orgoglio…io con me, e basta. Tuttavia, l’aver cominciato a ricevere dei pareri, delle opinioni, dei giudizi dalle persone a me più strette mi ha reso più consapevole di quello che facevo, e forse sta anche lì il problema: scrivere pensando che altri si aspettino qualcosa da me. Condiziona, e non poco…cominci a sentire il “peso del dono”, non nel senso negativo della definizione, ma cominci a capire e a comprendere l’importanza che forse e senza forse, cominci ad essere utile a qualcuno , agli altri; diventi la “voce di qualcuno”, sei una voce chiara e distinta, il tuo “dono” diventa una testimonianza per il mondo.

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