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L'America alle prese con con Trump e suoi predecessori illustri

Sono ancora sotto shock per l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Che fosse candidato era già un’enormità, ma che milioni e milioni di americani lo abbiano votato vuol dire che sono come lui – o vorrebbero esserlo, che è anche peggio.

A parte i timori per i suoi proclami razzisti e reazionari, è il trionfo dell’ignoranza e del cafonal. Però, a proposito di cafonal, ora che ci penso, anche Bill Clinton non fu un esempio di eleganza. Il caso Lewinski: ma non poteva, benedetto uomo, consumare l’atto in un albergo o in un luogo privato? Fare sesso nella Sala Ovale, alla Casa Bianca,  non è un gesto qualunque, è uno sfregio alla Nazione.

Fu la fellatio più costosa della storia del mondo. Milioni di registrazioni, di fascicoli, nastri e processi, 465 pagine di rapporto – c’è qualcosa di metafisico in questo spreco.

E prima ancora, Paula Jones, la ragazza che lo accusò di molestie sessuali, portando in primo piano il sesso del Presidente. Grazie a lei, tutto il mondo seppe di quel particolare: il tatuaggio di un’aquila in volo sull’inguine di Clinton. Mai nessuno come lui aveva goduto di tanta notorietà genitale: e i sondaggi in suo favore volarono alle stelle. I maschi americani furono entusiasti. Mica siamo cafoni solo in Italia.

Anche il grande Kennedy, come incontinenza non scherzava. La sua storia con Marilyn Monroe fu una storia di passione e di morte. Ma qui siamo alla farsa: Paula Jones racconta che il presidente la manda a chiamare, e di colpo si tira giù i pantaloni. Glielo mostra, glielo offre, con ingenua esuberanza. Lei rifiuta, esce, non è arrivata alle scale che già si vanta, e grida ai quattro venti: «ho detto di no al Presidente!».

Tempi ridicoli per il sesso. Non è che prima si facesse meno, è che oggi si viene a sapere subito. Per via dei media non c’è più un angolo riparato. Non fai in tempo a farti fare una fellatio a Washington, che lo sanno fino al Polo.

Povera Hillary: ma quanto dev’essere stato imbarazzante per lei, in campagna elettorale, scagliarsi contro Trump dandogli del maniaco sessuale, con quel marito che ha, e che lei ha sempre giustificato per amore del potere? Proclamando implicitamente, mica siamo marito e moglie, siamo una società per azioni. Povera Hillary ma poveri noi, soprattutto. Il mondo è in mano a personaggi folli arroganti e irresponsabili che non vorremmo per vicini di casa, ma sono i padroni della nostra sorte.

 

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