Il Grande Fratello e il Coronavirus

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Siamo tutti spaventati dal pericolo del contagio, tutti tranne i concorrenti del Grande Fratello Vip, una ventina di persone in quarantena per un gioco televisivo

 

Tutta l’Italia è in allarme per l Coronavirus, fine dei baci, delle strette di mano, della faccia scoperta, prima che fosse nascosta da una mascherina). Intere regioni chiuse, strutture ospedaliere al collasso, si vive nella paura, in una costante emergenza, il virus è diventato il grande spettacolo, l’unico.

Ossessivamente se ne parla perché ossessivamente si diffonde,  malati e morti aumentano di ora in ora. Tutti siamo spaventati dal contagio. Tutti, meno i concorrenti del Grande Fratello Vip: una ventina di persone, in quarantena per un gioco televisivo, in un angolo di Cinecittà, attualmente remoto e immune dal mondo come Shangrilà, la città leggendaria fuori da ogni rotta. Loro non sanno niente dell’epidemia.La prima regola del gioco è non ricevere notizie dall’esterno, né pubbliche né private. Durante la permanenza, il concorrente avrà contatti solo con i suoi compagni. Quando entrano i tecnici ad aggiustare qualcosa tutti vengono chiusi in una stanza, come suore di clausura. Vivono nei loro 400 metri di moquette fra cucinone, piscina, sauna, cortiletto con erba finta, camere da letto. Per i concorrenti non è successo nulla, il tempo si è fermato quando sono entrati là dentro, e la loro missione continua, truce e spensierata: eliminarsi l’un l’altro cercando di arrivare primo.

Non sanno niente dell’epidemia e continuano a credere che il problema sia cacciare via Fabio Testi piuttosto che Aristide, fregare Fernanda o Zequila. Visti così mi inteneriscono, pesci in un acquario senza tempeste, e li invidierei, se non fosse che pur salvi nel corpo, conducono un’esistenza spiritualmente malsana.

Continuo a seguirli in cerca di oblìo, sperando che le loro scaramucce mi distraggano dal Coronavirus. Ma anche lì si respira un’aria molto viziata, come nei cinemini di una volta dove fumavano tutti.

IL DUELLO MENO CAVALLERESCO DEL MONDO

Quello fra Antonio e Zequila e Adriana Volpe. La storia è semplice: si incontrarono in gioventù, una volta sola, quando lei aveva 18 anni e lui 38. Lui era un play-boy, lei una modella all’inizio della carriera. Si rivedono al Grande Fratello, e lui, che come il suo lontano parente (Il Don Giovanni di Mozart e Lorenzo da Ponte) ci tiene molto al catalogo, e si vanta di avere avuto con Adriana un incontro da amanti. Adriana nega, il suo sdegno è convincente. Apriti cielo. Lui insiste, diventa una crociata, ne fa il leit-motiv dei suoi confessionali e dei discorsi con gli amici. Antonio e Adriana si scontrano in diretta, con appassionata violenza, ognuno fermo nella sua versione. Adriana ragionevolmente chiede:

– Ci siamo incontrati 24 anni fa, io ero libera, tu pure, perché mai dovrei negare, se fosse vero?

Finché una sera in trasmissione, Antonio confessa che sì, è vero, l’incontro ci fu, ma presero solo un caffè insieme. Si scusa con Adriana. La pace è fatta. Tutto si acqueta. Poi, non so come (dev’essermi sfuggito qualcosa), ecco che nell’ultima puntata Zequilarinnega la sua negazione,  e torna a dichiarare con forza che lui e Adriana sono andati a letto. Zequilapremette a ogni discorso “io sono un gentiluomo”, ma in verità in questa vicenda porno-soft più che un gentiluomo mi ricorda il generale Tranquilli. Un distinto militare in pensione dall’accento ciociaro, che alle feste sedeva vicino alla porta, e a ogni bella donna che entrava diceva al suo vicino, lisciandosi i solenni baffi bianchi:

– Io quella ‘m l’ho fregata. (Io con quella ci sono andato a letto).

Davanti alla ritrattazione, Adriana Volpe esplode, e giura su sua figlia che Zequila sta mentendo. E’ un giuramento sacro. Adriana è credente, ed è innamorata della sua bambina. Come potrebbe avere il cinismo temerario di giurare il falso  per averla vinta su Zequila? Ma lui non si placa nemmeno davanti a questo, e caparbiamente insiste sulla sua versione. Anzi, ora che si è tirata in ballo la famiglia, anche la signora Zequila, madre di Antonio, interviene, e conferma la tesi del figlio, rivelandosi molto preparata sul suo catalogo, e aggiungeaddirittura che Adriana, prima del Gf, avrebbe pregato il suo Antonio di non raccontare quel loro piccolo trascorso. Non finisce certo qui. Il seguito al prossimo numero. Io trovo l’accanimento di Zequilaun poco unfair. Non ce lo vedo, Lord Byron, insistere con tanto puntiglio. E’ più da personaggio di Christian De Sica. Con tutta la simpatia per Zequila, una simpatia creaturale per la sua ingenuità di fondo, la sorridente bontà che me lo rendeva caro.

MA C’E’ UN DUELLO ANCORA MENO CAVALLERESCO

davanti al quale la tenzone Zequila-Volpe sembra un minuetto: il duello fra Valeria Marini e  Antonella Elia. Nell’ultima cronaca sul Paese del Gf avevo preso le difese di Antonella, per il comportamento indecente di Valeria Marini e Fernanda Lessa, che facevano esorcismi rozzi e blasfemi contro di lei,usando il crocefisso contro di lei, con empia volgarità,trattandola come un’indemoniata. Ma alla fine penso che come avversarie, le due si meritino l’una con l’altra. Hanno una cosa importante in comune, una spietata voglia di distruggersi a vicenda, di affermarsi fracassando ogni ostacolo con ogni mezzo, ognuna delle due vorrebbe essere l’unica donna al mondo, sgominare tutte le altre, e tutti i maschi che non stanno al loro gioco. Senza esclusione di colpi. La risposta di Antonella è stata aggredire Valeria e di sfotterla, “accusandola” di essere in meno pausa. Come se fosse una colpa, o un difetto. Deve avere un grande problema con la propria età, Antonella Elia, un terrore panico del tempo che passa, e crede, dando delle vecchie a tutte, di diventare più giovane lei.

Dopo che ho lasciato il GF, la Elia ha continuato ad insultarmi a distanza, cosa poco elegante e molto vigliacca (per rispetto di me stessa, mi sono sempre rifiutata di dire una sola parola contro di lei, in quanto assente, nelle trasmissioni dove si cercava di provocarmi sull’argomento). Ma non mi meraviglia, il suo stile è non averne. Ciò che mi ha addolorato è che fra quelli che sono stati i miei compagni, davanti alle sue ingiurie nessuno abbia detto una parola in mia difesa, salvo uno: Andrea Montovoli. Gli altri, tutti zitti. Anche quelli con cui avevo rapporti affettuosi. La mia amata Licia, la dolce Paola, l’affettuosa Clizia, il paterno Fabio Testi, il limpido Aristide, compagno di tante dilettevoli conversazioni, nessuno di loro ha avuto il coraggio o l’impulso di ribellarsi alla denigrazione triviale di Antonella. Solo Andrea Montovoli lo ha fatto. Ha detto che bisognava rispettare la vecchiaia. E gli sono infinitamente grata, perché nell’omertà generale ha tenuto alta (come sempre) la sua dignità. E penso che avere considerazione  per i vecchi sia un grande principio di civiltà. Però…però…non tutti i vecchi sono rispettabili, e mi turba un poco esser considerata solo per l’anagrafe, cioè in astratto. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno si fosse ribellato a quegli insulti sguaiati dicendo perché è una brava persona, o perché ci siamo fatti tante risate insieme, o perché le voglio bene. Ma non si possono scegliere né le offese né le difese, e bisogna accontentarsi di entrambe.

 

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