Ludopatia: un’emergenza in crescita

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Ogni mese viene bruciato nel gioco d'azzardo 1 milione di euro. Su Confidenze una storia vera ci racconta cosa succede nelle famiglie dove c'è un giocatore patologico

Sale giochi, slot machines, video poker, siti di gambling. È una vera emergenza sociale che investe giovani e meno giovani: stiamo parlando della ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo, che con il dilagare delle sale slot che spuntano in modo selvaggio nelle nostre città, è diventato un serio problema per tante famiglie.

Stando ai dati pubblicati per il 2018 dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, negli 8.000 comuni italiani le slot machines rappresentano al momento la fonte di spesa maggiore dei giocatori: una media di 420 euro all’anno a testa e quasi 16 miliardi di euro giocati tra il 2016 e il 2017. In pratica ogni mese viene bruciato un miliardo di euro nel gioco d’azzardo.

Cresce in modo esponenziale il numero di italiani che ha tentato la fortuna al gioco almeno una volta: dai 10 milioni del 2014 si passa ai 17 milioni del 2017. Spesso il fenomeno va a braccetto con la disoccupazione: l’assenza di prospettive lavorative genera un vuoto che viene riempito dall’illusione della vincita facile e del guadagno immediato.

Una tentazione che tocca anche i giovanissimi: la Caritas di Roma ha appena condotto una ricerca, su un campione di1600 ragazzi tra i 13 e i 17 anni, che ha evidenziato come due adolescenti su tre nella capitale abbia giocato almeno una volta e il 30% di loro dichiari di farlo abitualmente.

Scommesse sportive e Gratta e vinci sono le forme di gioco più diffuse tra i giovanissimi, e anche quelle considerate più innocue. Per non parlare delle slot machines: nel 2017 sarebbero stati più di mezzo milione i minorenni dediti alle macchinette mangiasoldi in Italia, a dispetto di una legge che vieterebbe l’apertura di sale giochi a meno di 500 metri da scuole e uffici pubblici, un divieto quasi sempre aggirato e che crea nei ragazzi l’illusione di una quasi legalità.

Difficile invece quantificare il fenomeno dei siti di gambling (scommesse) e video poker ma sembrerebbe che l’on line generi un appeal inferiore rispetto al gioco fisico.

Quello che invece non cambia è l’effetto devastante che la ludopatia ha sulle persone e che si riverbera non solo sul giocatore, ma anche sui suoi familiari. Come testimonia la storia vera che trovate su Confidenze: “Ultimatum” raccolta da Nadia Banaudi, dove si racconta il dramma di un uomo dedito al gioco, messo alle strette dai suoi stessi figli, dopo essere stato scoperto a bruciarsi lo stipendio alle macchinette al bar.

Studi recenti hanno messo in evidenza come la frustrazione causata da un familiare con problemi di questo tipo induca spesso una persona su cinque a commettere violenza contro il giocatore o contro i figli. E qualche settimana fa il Codacons, l’Associazione dei Consumatori, ha dato l’allarme a Milano citando il caso di una giocatrice ludopatica di 46 anni che ha derubato un’anziana della pensione di 600 euro, salvo poi restituirle il maltolto ammettendo di aver perso la testa.

Come si combatte la ludopatia? L’Istituto Superiore di Sanità insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopli  ha attivato da ottobre 2017 un Numero Verde nazionale 800 558822 dove rispondono  professionisti del settore che indirizzano i cittadini verso i servizi sanitari deputati al trattamento di queste dipendenze e verso servizi in grado di gestire anche le problematiche socio-economiche e/o legali legate all’indebitamento.

A Bergamo una settimana fa è stato firmato un protocollo d’intesa tra ATS Bergamo (azienda di Tutela della Salute) e le principali banche locali (UBI Banca, Credito Cooperativo Oglio e Serio, Banca Etica, BPER Banca e Unipol) proprio per contrastare il gioco patologico partendo dal rapporto diretto che le banche hanno con i cittadini e i loro conto correnti.

E in questi giorni il Ministro del Lavoro e dello sviluppo Economico Luigi Di Maio sta per portare al Consiglio dei Ministri il cosiddetto “decreto dignità” che prevede multe fino a 50.000 euro per chi non rispetta il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo. Ma forse anche una politica più oculata da parte di sindaci e amministrazioni locali nel rilasciare autorizzazioni e permessi a sale giochi e slot machines sarebbe già un gran passo avanti.

Nell’attesa vi consiglio di leggere il commento di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che trovate nella storia vera di Confidenze, il suo è un consiglio utile per tutte le famiglie che vivono il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo.

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