Sconosciuta, nonostante il cognome importante

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Ci sono donne, ma anche uomini, che vivono nell'ombra del partner. Ma chi di loro porta il cognome dell'altro?

Alzi la mano chi di voi sa come si chiama il marito di Angela Merkel. Non vi vedo, ma vi immagino con le braccia tenacemente appiccicate al corpo, un’espressione disorientata sul viso e le labbra pronte a pronunciare un roboante «Booooh»!

E il nome del consorte di Christine Lagarde? Anche in questo caso credo che la maggior parte di voi brancoli nel buio. Confermando che le coppie con ruoli sbilanciati non esistono solo sul grande schermo (per esempio, nel film The wife) ma anche nella realtà (è l’argomento dell’articolo Quando l’ombra è lui che trovate su Confidenze in edicola questa settimana).

C’è da dire che di solito a portare i pantaloni è l’uomo. Però, non è detto che la dolce metà debba per forza soffrirne, anzi. Non ho mai negato di essere terribilmente vanitosa e di non disdegnare gli occhi puntati addosso. Ma vi confesso che se al mio fianco ci fosse un catalizzatore di interesse, invece di mettermi in competizione cercherei di approfittare di una posizione altrettanto gratificante: quella del pianeta, che pur vivendo una certa notorietà grazie alla luce riflessa, è magicamente libero dagli oneri delle responsabilità di una stella.

Faccio un esempio: se fossi una first lady, avrei comunque l’occasione di conoscere personaggi inavvicinabili dai comuni mortali e di partecipare a ricevimenti che più selezionati non si può. Ovviamente, poi, non avrei mai problemi di prenotazioni per spettacoli, ristoranti, voli aerei. E anche le persone che mi detestano, dovrebbero fare buon viso a cattivo gioco e adularmi fino alla nausea per paura che il mio importante maritino si imbufalisca.

In compenso, mentre lui si sorbetta summit interminabili e pallosissime cene di Stato, io me ne starei placidamente sdraiata in spiaggia o su una pista da sci (queste riunioni si svolgono sempre in località stratosferiche e nella stagione giusta). Dopodiché mi dedicherei a un divertente taglia e cuci con le altre mogli. E una volta tornata a casa (Bianca?), mi attaccherei al telefono (pazienza se sotto controllo) a spettegolare con le mie amiche vere, raccontando loro i dettagli più riservati delle signore che mi hanno tenuto compagnia durante la trasferta.

Non so se siete d’accordo, ma credo che la mia sarebbe una vita mica male. E, comunque, migliore di quella con il coniuge spaparanzato in piscina o lanciato in uno slalom, magari facendo pure il pirla con la prima giovincella desiderosa di finire a letto con il marito “di”, mentre io (cioè “di”) sono impegnata a decidere le sorti del mondo e agghiacciata dall’idea di fare le scelte sbagliate.

Sì, più ci penso e meno ho dubbi: se i ruoli devono essere sbilanciati, preferisco aggiudicarmi la parte debole. Ma con il cognome Di Giorgio sulla bocca di tutti. Impossibile? Non direi, visto che Angela in realtà è nata Kasner e Merkel è il suo secondo marito Ulrich. E lo stesso vale per Christine: Lallouette all’anagrafe, a un certo punto è andata a nozze (finite nel 1992) con lo sconosciuto signor Wilfried Lagarde.

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