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Faresti clonare il tuo cane?

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Da oltreoceano è giunta la notizia che l’attrice Barbra Streisand ha fatto clonare due volte la sua cagnolina, dopo la morte avvenuta lo scorso anno all’età di 14 anni. Ora le due cucciole, frutto della clonazione, scorazzano in casa in attesa di mostrare somiglianze con la genitrice. Capricci da ricchi e famosi?

Forse, ma pochi mesi fa, alla fine di gennaio, dalla Cina è arrivata un’altra notizia, decisamente più interessante: un gruppo di scienziati è riuscito a produrre due macachi geneticamente identici utilizzando la stessa tecnica che nel 1996 diede vita alla pecora Dolly, il primo mammifero clonato. Ora i macachi sono scimmie che appartengono all’ordine dei primati e sono il gradino subito inferiore rispetto alla specie umana. C’è da aspettarsi quindi un futuro di clonazione anche per l’uomo?

Del tema parliamo su Confidenze nella rubrica Le risposte dell’anima, limitandoci ai fatti avvenuti, relativi agli animali domestici.

Non è un mistero infatti che dal primo esperimento con la pecora Dolly nel 1996 siano stati numerosi i tentativi riusciti di altre clonazioni di animali, tra cui gatti, cani, conigli e cavalli. Così come Barbra Streisand non è un caso unico, ma ci sono anche altri attori e personaggi famosi che hanno scelto di replicare geneticamente il proprio cane.

Che senso ha tuttavia perpetuare un’esistenza, perché di questo si tratta, senza accettare che ogni vita con le sue peculiarità abbia una fine, per quanto dolorosa essa sia?

Se siamo in grado di elaborare il lutto per la scomparsa di un parente o di una persona cara non siamo forse altrettanto capaci di staccarci dai nostri beniamini di casa?

Nel rapporto con gli animali domestici esiste una continuità di affetti che va oltre la loro presenza fisica: quando rammento i miei gatti di casa mi piace ricordarli per le loro peculiarità: una tutta bianca, schiva e riservata ai limiti del selvatico; l’altro, un certosino affettuoso e socievole e quello attualmente in carica – due biglie verdi al posto degli occhi e un mantello rosso tigrato che sembra la quintessenza del felino – un tipo salottiero da rasentare la sfacciataggine.

Ognuno di loro ha un’identità precisa nel mio cuore e mi piace ricordarli proprio per questo. No, io non clonerei il mio cane, né il gatto o altro animale. Ogni esistenza è unica e irripetibile. Ho deciso però di far fare un ritratto al mio micio. Così un domani quando non ci sarà più, campeggerà in salotto lo stesso, guardandomi dall’alto.

E tu come ti comporteresti? Rispondete al nostro sondaggio: faresti clonare il tuo cane?

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