Amiche per la pelle

Cuore
Ascolta la storia

Com'è vivere in armonia, senza invidia né malevolenza? Una pacchia. E se me lo posso permettere è grazie alle mie amiche. Quella storica e tutte le altre

Ci siamo conosciute piccolissime attraverso i nostri fratelli, compagni di asilo, e frequentate ai giardini e alle festicciole dei bambini.

Poi, come di solito succede, ci siamo perse di vista e ritrovate a 14 anni. Cioè, nell’età in cui la vita ti si para davanti con la meraviglia dei primi amori, le serate in discoteca, ogni nuova avventura resa piccante dal gusto del proibito perché vissuta di nascosto dai genitori.

Dopodiché, non ci siamo mai più lasciate.

La cronaca non è di una storia d’amore lesbo, ma di una amicizia nata oltre mezzo secolo fa e mai offuscata neanche dalla stronzetta nuvoletta di Fantozzi. Anzi, giorno dopo giorno si è rinforzata, avvolgendoci nella condivisione, la fedeltà e il sostegno reciproco. Ma anche da tantissimo divertimento, infinita allegria e ironica complicità.

Abituata a un sodalizio di tale portata, sono letteralmente trasecolata leggendo l’articolo Detesto la mia migliore amica (su Confidenze in edicola adesso), nel quale Rachele F. spara a zero e senza la minima pietà sulla persona con cui fa totale comunella.

Allo stupore iniziale, però, è seguita la consapevolezza dell’unicità del legame leale di cui raccontavo sopra. Infatti, basta guardarsi intorno (e aprire un filino le orecchie) per capire che di “amiche avvelenate” ce n’è a bizzeffe. Ed è un vero peccato, perché il veleno è sempre letale.

Purtroppo non tutti la pensano così. Troppe volte, infatti, sento parole e vedo comportamenti che a me non sembrano per niente appropriati a gente che si telefona ogni giorno, si frequenta con assiduità e organizza vacanze insieme.

A dire il vero, spesso non si tratta nemmeno di fatti particolarmente gravi. Ma resi tali da una farcitura di disattenzioni e battutelle malevole lanciate con finta casualità spacciata per ingenua goffaggine.

Attenzione: non è che io sia sempre corretta al 100% e che dalla mia bocca escano solo commenti bonari, figuriamoci. Ma eventuali leggerezze nei modi le riservo solo a chi rappresenta una meteora nella mia vita. E il pettegolezzo lo condivido con il solito gruppetto di fidatissime.

Mentre nelle persone che mi circondano preferisco mille volte vedere le qualità. Accettarne in silenzio gli inevitabili difetti come parte del pacchetto. Difenderle a spada tratta di fronte a qualsiasi giudizio negativo (anche quando lo condivido). E, più che mai, con loro mi piace continuare ad alimentare l’amicizia con dedizione, senza abbandonarmi allo “scontato”. Cioè, non lasciandomi trascinare dalla stupida certezza che, comunque vadano le cose, le avrò sempre al mio fianco.

E’ una buona strategia? Credo di sì. Perché negli anni all’amica storica se ne sono aggiunte di straordinarie, che mi rendono fiera come un tacchino.

Infatti, possiamo sempre contare sulle altre nel momento del bisogno, che non è cosa da poco. Ma ancora più bello è che ci siamo soprattutto quando le cose filano alla meraviglia, esenti da ogni invidia e pronte a gioire insieme. Senza star lì a perdere tempo mettendo i puntini sulle “i” su tutto ciò che diciamo, facciamo e pensiamo visto che, nel bene e nel male, ci siamo accettate così come siamo. Scusate, ma per me questo è un grande successo!

Confidenze