Brutta cosa l’invidia

Cuore
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Il quarto peccato capitale è deleterio. Per fortuna non ne soffro e, per questo, ringrazio tanto i miei genitori

Sul numero di Confidenze in edicola in questi giorni, Don Luigi e Maria Rita Parsi parlano dell’invidia. Lo voglio fare anch’io, esordendo con un grazie di cuore ai miei genitori, che mi hanno insegnato a non avere a che fare con questo sentimento distruttivo. Secondo loro, come la persona più fortunata nel corso della vita ha dei momenti bui, quella messa peggio ne ha di abbaglianti.

Quindi, visto che non esiste gente a cui va tutto bene o tutto male (l’alternanza di gioie e dolori è inevitabile), per non mangiarsi il fegato a ogni buona notizia che riguarda il prossimo, conviene considerare (e soprattutto apprezzare) ciò che di bello il destino (prima o poi) riserva a ognuno di noi.

Questo mantra è stato fondamentale nella mia crescita. Non che mi abbia resa serena ed equilibrata (magari!), ma almeno mi ha aiutata a non diventare matta quando tutto mi va storto e agli altri alla grande. Non solo: mi ha dato una mano a crearmi una rete di amicizie (vere e di cui sono molto orgogliosa) in cui siamo sempre pronti a condividere i successi del clan e a sostenerci negli insuccessi.

Ma c’è di più: a mio parere l’invidia è addirittura un isolante. Quanta gente ho visto assumere atteggiamenti odiosi nei confronti di chi aveva raggiunto un obiettivo. Dal semplice smettere di salutarsi agli antipatici litigi più importanti, il quarto peccato capitale (non è un caso che in classifica sia piazzato appena sotto il podio) causa calamità naturali che provocano gravi smottamenti e terrificanti terremoti in qualsiasi tipo di relazione.

Proprio per questo motivo (e non per particolare bontà d’animo), mi auguro sempre che amici, conoscenti, colleghi e perfino le persone che mi sono cordialmente antipatiche siano felicemente appagati. Intanto, perché saranno di certo più allegri e piacevoli da frequentare (che palle i musoni, i rabbiosi e gli astiosi). E poi, perché se sono arrivati dove avrei voluto arrivare io, non è escluso che quel traguardo stia aspettando anche me.

 

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