The danish girl di David Ebershoff

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Una storia d'identità, ma anche una grande storia d'amore. Ogni parola di questo libro è sinonimo di comprensione, attenzione, dolore, amore.

 

Ho atteso questo libro in silenzio e in contemplazione di un passato e di una storia che ho vissuto in parte e ascoltato nelle viscere e nel cuore.

Sapevo poco o nulla. Transessuale era un termine che portava alla mente gente da strada oppure presidenti di regione o nipoti d’oro ridicolizzati per essere stati scoperti in loro compagnia.

Poi un giorno, tanto tempo fa, mi innamorai dell’uomo più bello di tutti. E lui si innamorò di me. Dopo mesi mi disse: «Vorrei farti vedere una cosa». Mi mostrò un video. Poi delle foto. Una donna dai lunghi capelli rossi, splendida. «Hai una gemella?», domandai incantata. «Sono io», mi rispose piano.

Mi raccontò delle bambole che rubava alla sorella e dei vestitini che indossava di nascosto e dei boccoli biondi che non aveva mai tagliato. Del piacere che provava quando indossava una scarpa con il tacco a spillo dopo aver fatto scivolare sulla pelle liscia una calza autoreggente. E mentre parlava io guardavo quel volto, la barba, i muscoli sotto la camicia. Un uomo splendido. Mentre parlava e teneva la sua mano incastrata con la mia guardavo quegli occhi e ascoltavo le sue parole di velluto, morbide e rigide insieme. Vidi la donna splendida che era.

Aveva incontrato la donna che sarebbe diventata sua moglie e con lei aveva iniziato un percorso di transizione. Ormonale, prima. Poi si era fermato. Era diventato padre. Aveva scelto, dopo una lunga psicoterapia, di conservare la sua identità fluida così come era. Senza considerare un errore la sua mascolinità o una deviazione la sua parte femminile.

I miei anni con lui, con lei, sono stati una delle benedizioni più grandi della mia vita. Il suo amore ha ridisegnato il mio corpo, la mia anima. Ha sciolto i miei pregiudizi. Ha legato il mio cuore al suo e mi ha liberata.

Quella di Einar Wegener/Lili Elbe, ripresa e romanzata da Ebershoff e portata sugli schermi cinematografici da Tom Hooper, è una storia di identità ma è anche una grande storia d’amore. L’amore di Gerda (nel libro Greta) per Einar, pittore danese che, dopo aver posato per la moglie in abiti femminili prende pian piano coscienza di una identità di genere altra.

La straziante tenerezza dello sguardo di una moglie che impara a lasciar andare la persona che ama per non perderla mai e per non vederla svanire nell’infelicità di una vita inespressa è palpabile: ogni parola di questo libro è sinonimo di comprensione, attenzione, dolore, amore.

Ho letto ogni riga senza trattenere lacrime e sorrisi. Ho ritrovato tutto. Ricordato. Amato. 

Confidenze