Le donne degli anni 50

Cuore
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Le donne cresciute negli anni 50 venivano educate a un solo scopo: diventare mogli e madri. Ma avevano un vantaggio: pubblicità e moda non imponevano l'umiliante fatica di sembrare giovani fino a 100 anni.

Me le ricordo bene le donne degli anni 50. Impalcature di busti, reggiseni camicie di forza, bigodini ridicoli. Spaventapasseri sempre, meno davanti al maschio su cui avevano dei progetti.

Finché non erano al suo cospetto, apparivano senza scrupoli ai familiari sotto maschere ripugnanti: pasticci gialli all’uovo, verdi alla malva, melme che spaventavano noi bambini. Beati i bimbi d’oggi che possono baciare  mamme e zie senza rimanervi appiccicati. Ma appena l’uomo designato era in vista, eccole di colpo nette, levigate e bellissime. Ma noi piccoli continuavamo a diffidare, conoscevamo il loro vero volto. E con cautela accettavamo il pasticcino che le disgraziate ci offrivano, al tè organizzato per combinare il fidanzamento di una cugina un po’ in là con gli anni- 25- e un manichino d’uomo, con una sola qualità, essere un possibile Marito.

Se poi si sposavano lui avrebbe trasformato la ragazza, una volta per sempre, in una sfacciata befana con la scopa, la Sposa. Titolata a trascurarsi, tanto, ormai, era una moglie. A 30 anni non si chinava già più, legata al par di salame da busti dolorosi. Eppure, un vantaggio di allora s’è perduto: la donna aveva ancora il diritto alla vecchiaia. Dopo aver figliato e mentito, quando s’imbiancava, si pettinava una bella crocchia, ricongiungendosi alla dignità di essere umano femminile, abbandonata nell’adolescenza, quando era diventata donna. Ora che per il mondo non lo era più, lo ridiventava. Belle più delle madri le mie nonne. Pubblicità e moda non imponevano ancora l’umiliante fatica, sembrar giovani fino a 100 anni. In quei tempi più cupi e miti si poteva essere serenamente vecchie, ognuna nella luce della sua persona, mai uguale per nessuno. Le vecchie di allora facevano innamorare noi piccoli nipoti fino alla fine, per quel dono inimitabile: che erano vecchie, appunto. E non si aveva ancora paura di questa parola, che non è una parolaccia, è il nome di una stagione.

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