L’uomo dei sogni

Cuore
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Pubblichiamo sul blog la storia preferita del n. 3 di Confidenze

 

Doveva essere una settimana bianca con il mio fidanzato nel magico scenario di Zermatt, invece a farmi compagnia c’è la guida dell’agenzia turistica. È un tipo affascinante e scopro anche di avere molte cose in comune con lui. Non so più quello che provo

STORIA VERA DI ELETTRA G. RACCOLTA DA SIMONA MARIA CORVESE

 

Seduta su un comodo sedile del Glacier Express, diretto a Zermatt, in una fredda giornata di gennaio ammiro il candido panorama innevato che scorre davanti ai miei occhi, dal finestrino. Doveva essere una settimana bianca con Edoardo, il mio fidanzato, ma un’emergenza lo ha trattenuto a Milano: «Ti raggiungo a Zermatt, vedrai che in un paio di giorni ce la faccio» mi ha detto. Enrico, il suo braccio destro, che cura una clientela di alto profilo nell’agenzia turistica dove lavoro da anni, ha dato le dimissioni. In privato, Enrico mi ha rivelato di avermi proposta a Edoardo come sua sostituta: «Gli ho garantito che saresti all’altezza del ruolo» mi ha detto e gliene sono grata perché anch’io, da tempo, desidero avanzare nel mio lavoro.
Così eccomi qui, in attesa che lui mi dica qualcosa: quando sono partita stava organizzando i primi colloqui ma, a parte questo, tutto sembra immobile. Anche la nostra relazione è in una situazione di stallo. Prima di partire ho fatto visita a mio fratello: sua moglie è incinta e sono molto contenta per loro. Non ho però potuto fare a meno di sospirare: «Invidio la sicurezza dei vostri sentimenti».

Lui mi ha guardato con franchezza e mi ha risposto: «Forse non stai guardando nella giusta direzione nella ricerca dell’amore. Sfrutta questa vacanza per riflettere», ed è quello che farò. Quando arrivo al lussuosissimo hotel dove soggiornerò è tardo pomeriggio. Entro in camera e rimango a bocca aperta. Non sono le dimensioni della spa in camera a stupirmi: è la vista del Matterhorn, il Cervino, innevato e stagliato contro un cielo al tramonto, striato di rosa carico, che ho dalla finestra. Mi siedo sul bordo del letto matrimoniale, affondando nei soffici piumini e rimango in contemplazione. Ai piedi della montagna si estende la vallata di Zermatt, con le sue case dai tetti carichi di neve che posso ammirare dalla posizione appena elevata dove mi trovo. Improvvisamente ricordo che mi aspetta la prima lezione del corso di pattinaggio di coppia. Corro alla pista ed, entrandovi, vedo un giovane dal fisico slanciato e sportivo venirmi incontro. Tutto in lui comunica eleganza: il taglio impeccabile dei capelli corti e neri, con la riga da parte, la barba perfettamente tenuta. Mi guarda sorridente con due occhi scuri, penetranti e sexy, che mi lasciano senza respiro. È vestito sportivo ma è l’istruttore o Matteo, il personal concierge che ci è stato affidato? È lui a fugare i miei dubbi: «Benvenuta madame Elettra. Sono Matteo, il suo personal concierge. L’agenzia mi ha avvisato del cambio programma, quindi sarà mia cura accompagnarla durante la vacanza. Purtroppo nel suo dossier c’era solamente una scheda con i gusti del suo compagno. Lei non esiti a esprimermi le sue preferenze» mi spiega con un timbro di voce talmente profondo da farmi provare una sensazione di calore che mi pervade tutto il corpo, nonostante l’aria gelida. «Oh, allora è lei l’uomo dei sogni!» rispondo maldestra e impacciata. Lui mi sorride, ridendo con gli occhi, nei quali riconosco un luccichio di malizia.

Arrossisco, rendendomi improvvisamente conto del doppio senso, non voluto, insito nella mia infelice affermazione. «Intendevo dire l’uomo che realizza i sogni di clienti esigenti» cerco di spiegare imbarazzatissima. Mi vergogno per l’attrazione che ho provato: sono fidanzata, ma lui è incredibilmente attraente e fine. Matteo mi toglie dall’impaccio, spiegandomi che sarà lui a farmi da partner per le lezioni di pattinaggio di coppia, poi mi presenta l’istruttore. Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo durante la lezione perché la vicinanza cui siamo costretti, acuisce il mio desiderio. Anche lui cerca con garbo il mio sguardo e questo non fa altro che aumentare la mia curiosità nei suoi confronti. Mi sembra di danzare con il principe azzurro, al quale arrivo a stento alle spalle. Dopo un po’ ci diamo anche del tu. Mentre mi riaccompagna in albergo, Matteo mi dice che per la sera è previsto un aperitivo al bar dell’hotel e poi il servizio di cena in camera.

Mi accerto che lui non mi lasci sola al bar. E infatti lui mi fa compagnia durante tutto l’happy hour, così parliamo e cominciamo a conoscerci. Matteo è una persona aperta e con poche domande riesce a scoprire subito i miei interessi. Io invece scopro che lui è un manager nella sua agenzia. Lavora con una clientela facoltosa, soprattutto araba e parla fluentemente cinque lingue, tra cui l’arabo. Gli confido che questa è la mia prima vacanza in un mondo, quello del jet set internazionale, cui non appartengo. Mentre parliamo, senza accorgercene ci avviciniamo, come se volessimo annullare le distanze. Mi accorgo anche che Matteo, con il suo modo di parlare che comunica energia ed entusiasmo, mi ha talmente messo a mio agio da darmi l’impressione di conoscerlo da sempre. Terminato l’aperitivo, lui mi saluta dandomi appuntamento al giorno seguente. Mi sorride con uno sguardo fermo e intenso che mi fa aumentare i battiti del cuore, uno sguardo che mi fa capire che anche lui è attratto da me, nonostante lo celi benissimo con i suoi modi impeccabili.

Nei giorni seguenti Matteo mi propone le attività che Edoardo aveva scelto per la nostra vacanza e scopro che aveva tenuto conto solamente delle sue preferenze. Molte di quelle cose a me non interessano e lo dico sinceramente a Matteo. «Scusami ma io non sento il bisogno di queste attività esclusive, mi piacciono cose molto più semplici». Scorgo in Matteo un sorriso di simpatia. «Allora sei una persona felice e sicura di te, più di quanto pensi, Elettra» mi risponde, dimostrando di approvare le mie ragioni. Nonostante questo mi convince a provare alcune attività previste. Sento di potermi fidare di lui perché si sta dimostrando molto attento alle persone e pronto a far sì che io realmente trascorra del tempo di qualità in questa vacanza.

Nei giorni seguenti mi porta a una colazione gourmet in un rifugio nelle vicinanze. Ci attardiamo fino al pomeriggio, ammirando il panorama delle montagne che scorgiamo dalla finestra del rifugio. Sorseggiamo una cioccolata calda vicino al camino, il cui fuoco scoppiettante ha il profumo delle pigne che ardono insieme ai ciocchi di legno. «Spero di non averti deluso con i miei gusti da persona comune» mi scuso con Matteo, ma lui mi rassicura.

«Lavoro in un ambiente scintillante, la favola che molti sognano e pochi possono permettersi, ma ho sempre trovato la felicità nelle cose semplici. Vengo da una famiglia dove non ci sono mai stati molti soldi e lì ho imparato che la felicità non è qualcosa che si paga», e nel dire così, con naturalezza, prende la chitarra acustica appesa a un chiodo alla parete di legno, vicino alla finestra e mi suona una melodia dolcissima. Mi sento come se un invisibile filo rosso fatto di emozioni dolci come quella melodia, ci unisse. Forse è qualcosa che sto provando solamente io, ma lo sguardo intenso e sensuale che mi rivolge mi dice che non è così. «Sei riuscito a capirmi alla perfezione, Matteo, esclamo contenta. Lui è una persona incredibilmente facile da avvicinare e mi piace moltissimo.

«Forse perché sono psicologo» mi risponde strizzandomi l’occhio e ridendo ancora con dolcezza. Così scopro che ha anche una laurea in psicologia, grazie alla quale è bravissimo a trattare con i suoi clienti. Nel tardo pomeriggio, mentre mi riaccompagna all’hotel, mi propone di fare un giro a Hinterdorfstrasse. «Cos’è?» domando io, non avendone mai sentito parlare.

«È il quartiere della vecchia Zermatt con le sue casette in legno del XVI secolo. Bisogna percorrerlo scendendo lungo la via per scorgerne il lato più bello» mi spiega lui con gentilezza, intuendo alla perfezione i miei gusti.

Ci avviamo dunque lungo la Hinterdorfstrasse e, mentre camminiamo tranquillamente lungo la via innevata, soffici cristalli di neve cadono dal cielo color grigio perla. Ci sono poche persone, un silenzio ovattato e sento l’odore della neve fresca nell’aria. Una piacevolissima sensazione di quiete c’invoglia a parlare di cose più personali. In questi giorni ho imparato anch’io a conoscere Matteo. È il tipo di persona capace di esserti di supporto sia nei momenti buoni che in quelli difficili, inoltre ha la capacità di attirare naturalmente le persone a sé ed è un ottimo ascoltatore. Con lui non sento di dover provare di essere alla sua altezza, come mi accade con Edoardo. Quando mi chiede cosa mi preoccupi, leggendo il mio sguardo, ho finalmente l’occasione di sfogare quello che mi sono tenuta dentro in questi giorni.

«Comincio ad avere dubbi su Edoardo: mi fa sentire sempre come se non fossi alla sua altezza e mi ha deluso il fatto che non mi abbia preso in considerazione come sostituta di Enrico, il suo braccio destro, quando è stato proprio lui a propormi e a garantire che sono all’altezza di quel ruolo» gli spiego, risentita. Mentre camminiamo fa talmente freddo che il fiato si condensa in nuvolette di vapore. «Prima di partire tenevo molto a quella posizione ma ora non lo so più».

Matteo mi guarda stupito: «Come mai?».
«Dopo tanti anni in agenzia ora vorrei un lavoro con più autonomia. Ti ho osservato in questi giorni e mi piacerebbe moltissimo fare il tuo lavoro».
Matteo mi sorride, lusingato di essermi stato d’ispirazione. M’insegnerà qualche trucco del mestiere prima di propormi per un colloquio con la sua agenzia ed è convinto che io abbia il potenziale per quel lavoro. «Tu però sii più chiara con lui, digli esattamente cosa ti aspetti dalla vostra relazione e perché la sua mancanza di fiducia nei tuoi confronti ti ha mortificata» mi suggerisce.
«Forse desideriamo cose diverse. Lui vuole una vita d’alto profilo. Io mi sento felice con molto meno», poi gli confido che adoro l’hockey, che Edoardo snobba. «L’hockey? Ho giusto due biglietti per una partita, domani sera. Me li ha chiesti un imprenditore e ho fatto l’impossibile per trovarglieli in così poco tempo.

Poi ha avuto una cena di lavoro fuori programma e mi ha lasciato i biglietti: vorresti venire con me?». Io, felicissima lo abbraccio con spontaneità. Appena me ne rendo conto arrossisco e, staccandomi da lui, mi scuso. Lui però ha risposto all’abbraccio e il suo sguardo mi dice che ha apprezzato il gesto, rendendomi sempre più difficile nascondere i sentimenti che ho cominciato a provare per lui. Alla partita, seduti con le coperte sulle gambe, durante l’intervallo sorseggiamo tè caldo dal thermos che ci siamo portati. Per tutta la sera mi sono chiesta perché Matteo abbia proposto a me quella partita. Non può essere solamente perché mi piace l’hockey. La mia curiosità è troppa. «E tu? C’è qualcuno nel tuo cuore?» gli chiedo.

Lui mi rivela che c’è stata una ragazza quando lavorava in Francia: «Voleva una convivenza, ma io non mi sentivo pronto. Ho interrotto la relazione e non me
ne pento perché non ero abbastanza coinvolto».
Mi chiedo allora se anche Matteo provi qualcosa per me. Ci siamo comportati come amici finora, eppure i suoi sguardi penetranti mi confondono. «Sono contento che tu mi abbia fatto questa domanda» mi dice interrompendo i miei pensieri. Arrossisco e lui ride malizioso, fugando i miei dubbi.

Subito dopo mi informa che ha fissato un colloquio per me nella sua agenzia. Lo ringrazio e gli esprimo la mia stima ma le sorprese non sono finite. Un imprenditore arabo ha proposto a Matteo di trasferirsi con lui e la sua famiglia a Dubai. Io provo un’insensata tristezza e paura di perderlo a quella notizia: mi sono affezionata a lui in questi giorni ma come faccio a dirglielo?. «Complimenti, Matteo e… pensi di accettare?».

Lui mi guarda negli occhi con dolcezza, come per leggere quello che provo. «Non ho ancora preso una decisione» mi dice con sincerità. In quel momento la partita riprende, interrompendo i pensieri che affollano la nostra mente.

Venerdì pomeriggio arriva finalmente Edoardo. Matteo ci saluta e ci augura un buon weekend con le ultime attività previste per la vacanza: la cena romantica, lo sci e la sauna in hotel. Prima che Matteo se ne vada, lo saluto e ringrazio. Soli, nel giardino innevato dell’hotel ci salutiamo con parole cariche di tristezza. Nessuno di noi due riesce a esprimere quel sentimento che è nato in questi giorni. Nell’abbraccio affettuoso che ci scambiamo c’è tutto lo struggimento che si prova quando ci si rende conto che non si vedrà più una persona che è diventata importante per noi.

La settimana successiva, tornata a Milano, parlo con franchezza a Edoardo, dopo che lui mi ha presentato il suo nuovo braccio destro in agenzia. Ci appartiamo nel suo ufficio e gli chiedo perché mi ha mortificato non offrendomi quel ruolo.

«Non volevo quel posto per dimostrarti che sono alla tua altezza. Lo faccio per me. Voglio metterci il cuore e dare il massimo ai miei clienti. Tu non hai mai creduto in me, Edoardo».

«Ti ho delusa» realizza in quel momento lui con espressione affranta «E ho rovinato tutto». «Edoardo, durante questa vacanza ho riflettuto e ho capito che noi due desideriamo cose diverse. Mi dispiace moltissimo» gli dico affranta quanto lui e me ne vado, rompendo il fidanzamento.

Qualche giorno dopo sostengo il colloquio in Svizzera, all’agenzia di Matteo e lo supero. Lui mi raggiunge per farmi i complimenti e m’invita a cena. Lì scopro che ha rifiutato l’offerta di lavoro a Dubai per stare con me. «Lavoreremo insieme poi, quando avremo abbastanza soldi, apriremo una nostra agenzia» mi dice emozionato. «Ti amo, Elettra: vuoi essere la compagna della mia vita?».
Commossa e tra le lacrime, gli dico di sì, mentre annulliamo la distanza che ci separa e ci scambiamo un lungo e appassionato bacio.«Ti amo anch’io, Matteo e tu sei veramente l’uomo dei miei sogni». ●

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