Oui, je suis Catherine Deneuve e dico w il corteggiamento

Cuore
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Al giorno d'oggi per un uomo dare il là a un corteggiamento può essere pericoloso. Non è il caso di darsi una calmata?

Serve un nuovo manuale dell’amore? è il titolo di un articolo pubblicato su Confidenze in edicola adesso ma, soprattutto, una domanda più che legittima e attuale in questi tempi.

L’affare Weinstein a stelle e strisce, seguito a ruota dal tricolore scandalo Brizzi (scoppiato solo sull’eco di Hollywood, ne sono convintissima) hanno infatti creato atroci dubbi su come un uomo debba corteggiare una donna, sempre ammesso che possa farlo senza rischiare una denuncia.

Appartengo al gentil sesso e va da sé che sia a favore di ogni tipo di tutela nei nostri confronti, ma sono anche mamma di figli maschi e mi chiedo: se fossi uno di loro e una sera uscissi con una nuova ragazza, come mi comporterei per conquistarla senza spaventarla e finire alla gogna?

Certo, esordirei con i soliti gesti rispettosi ed educati, aspettandola sotto il portone. Poi le aprirei lo sportello della macchina e dopo averla fatta salire mi metterei composto alla guida con le mani ben incollate sul volante. Ma se lei non riuscisse ad allacciare la cintura di sicurezza, avrei il coraggio di un incontro ravvicinato per aiutarla?

Anche al ristorante potrei avere problemi. Per esempio, se sfoggiasse una scollatura vertiginosa immagino che il mio occhio cadrebbe proprio lì. Un perverso gesto da maniaco? E se per caso la sfortuna avesse la malaugurata idea di farle cadere il tovagliolo a terra, l’istinto di piegarmi per raccoglierlo verrebbe interpretato come bramosia di guardarle le gambe?

So che scatenerò le ire di molte, ma credo che in fatto di rapporti tra sessi si stia un po’ esagerando e sono d’accordo con Catherine Deneuve che difende la libertà di corteggiamento. Sempre per citare un nome noto, è vero anche quello che ha detto Monica Bellucci: «Non credo esista donna che nella vita non abbia dovuto sopportare almeno un comportamento inopportuno da parte di un uomo». Ma quante di noi possono definirsi vittime di violenze?

Per quel che mi riguarda, mi è capitato qualche momento di imbarazzo. E se vogliamo dirla tutta, di pena nei confronti del “signore” un po’ troppo infoiato. Ma quando non ci sono minacce pericolose (che purtroppo esistono, per carità) ce la si può cavare. Uscire da situazioni spiacevoli è sempre spiacevole, ma c’è una bella differenza tra gli orribili casi di violenza e un corteggiatore troppo insistente.

Quindi, alla domanda iniziale la mia risposta è: se accettiamo l’invito di un uomo, gli lascerei ancora la possibilità della classica prima mossa senza che sia paralizzato dal terrore di finire sulle pagine della cronaca nera. Intanto, perché il manuale dell’amore prevede che fare avances  tocchi a lui. E poi, perché è sempre meglio dare piuttosto che ricevere un due di picche.

Confidenze