Pasto più sano se mangi piano

Cuore
Ascolta la storia

Quanto tempo dedichi a colazione, pranzo e cena? Forse non abbastanza. La lentezza a tavola è una grande alleata della salute e della linea. Impararla si può

Recuperare la lentezza suona controcorrente, perfino un po’ snob in una società che ci vorrebbe scattanti, efficienti, primatisti a tutti i costi. Almeno per ciò che riguarda i pasti, tuttavia, la deroga alla frenesia dovrebbe imporsi di diritto, perché mangiare in tranquillità, seduti e con l’attenzione concentrata sul cibo, è importante per la salute del corpo, oltre che per il piacere dello spirito.

La fretta è infatti la peggior nemica della digestione, che, com’ è noto, comincia in bocca. Masticare a lungo ogni boccone, fino a “liquefarlo”, prima di mandare giù, è un suggerimento fondamentale per chi soffre di reflusso gastroesofageo, gastrite, pancia gonfia o altre difficoltà digestive. Saltare la prima stazione complica il viaggio: lo stomaco non ha i denti e l’intestino non produce saliva. Fuor di metafora, una masticazione incompleta compromette l’intero processo digestivo.

La calma durante i pasti sembra avere anche un effetto protettivo per la salute cardiometabolica. Uno studio condotto su oltre 8.000 persone e apparso sulla rivista Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases ha dimostrato che chi mangia lentamente mantiene un miglior controllo del colesterolo e della concentrazione degli zuccheri nel sangue, un parametro importante per la prevenzione del diabete.

Tanti poi limitano il tempo dei pasti perché credono così di mangiare meno e di conservare più facilmente la linea. Accade esattamente il contrario. Il cervello impiega circa 20 minuti dall’inizio del pasto per elaborare il segnale di sazietà. Se questo intervallo si accorcia e mangiamo velocemente, il meccanismo neurochimico che governa la fame si inceppa e rischiamo di introdurre più cibo di quello che servirebbe.

C’è infine un aspetto più sottile ma importante che si perde quando il momento dei pasti viene sacrificato all’impazienza. Il cibo appaga a diversi livelli. Tutti i sensi sono coinvolti nel rito del mangiare: prima ancora del gusto, è stimolata la vista, con lo spettacolo dei colori e l’estetica che gli chef dei ristoranti alla moda costruiscono intorno e grazie agli alimenti (ma che anche tu, ne sono certo, sai creare con la fantasia). Poi c’è l’olfatto che coglie i profumi e inizia a farti immaginare il sapore delle pietanze. In bocca, la consistenza degli alimenti solletica il tatto e anche l’udito può percepire la fragranza di un soufflé o apprezzare una patatina croccante. Essere precipitosi a tavola significa negarsi un piacere e una forma di nutrimento che va oltre ciò che riempie il corpo.

Per tutte queste ragioni ogni pasto non dovrebbe durare orientativamente meno di mezz’ora. Tu quanto tempo dedichi a colazione, pranzo e cena?

Confidenze