Separazione e divorzio in un sol botto

Cuore
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Ho avuto un matrimonio bellissimo che, come tutte le cose belle, a un certo punto è finito. Dopo 15 anni, due figli, mille avventure vissute insieme. E, ovviamente, una sfilza di incomprensioni finali che ci hanno portati all’epilogo.

A differenza di molte coppie, però, ci siamo lasciati in assoluta tranquillità. Al punto da firmare le carte della separazione a casa dell’amica avvocato che, troppo carina, ci aveva invitati a cena per evitare la tristezza del contesto troppo ufficiale di uno studio legale.

Morale, quella sera siamo risaliti in macchina a stomaco pieno, nelle recuperate vesti di nubile e celibe. Da allora, però, ci siamo sempre dimenticati di parlare di divorzio. Perché con in comune solo i figli e nessuna pendenza economica, abbiamo potuto permetterci di lasciare le cose come stanno. Senza che nessuno dei due sia di peso all’altro.

La nostra storia, in effetti, è particolare. Se non quasi unica. Perciò, se penso alla recentissima decisione della Corte di Cassazione di dare la possibilità a mogli e mariti di separarsi e divorziare in un sol colpo mi dico «Finalmente!». Ma non tutti sono d’accordo con me.

La conferma arriva dall’articolo Il tempo che serve per dirsi addio, su Confidenze in edicola adesso, che dichiara quanto la nuova opportunità stia facendo discutere.

Secondo alcuni, velocizzare le procedure dei saluti favorirebbe la fine dei matrimoni. Il che è vero, ma ha anche i suoi pro. Perché se da un lato concentrare l’iter in un unico atto aiuta davvero a lasciarsi più in fretta, dall’altro allontana gli aspiranti ex dal dover dirsi addio due volte. E, robetta non trascurabile, li difende da un doppio esborso in spese legali.

Il pacchetto separazione e divorzio, poi, viene incontro quando il motivo dei cari saluti è imputabile al classico terzo incomodo (un nuovo innamorato). Figura alla quale il coniuge abbandonato non vuole certo spianare la strada per un futuro felice. Al punto da accanirsi nel non concedere la doverosa libertà al consorte fedifrago.

Statisticamente, a mettersi di traverso sono di solito le mogli. Attanagliate da due timori: spesso dipendenti economicamente dal marito, vivono nel terrore che la nuova arrivata possa ridurle in miseria. E poi, hanno una paura fottuta di rimanere al palo, mentre la rivale se la gode con il maltolto.

Peccato che, in entrambi i casi, opporsi non salverà il matrimonio, anzi. Se lui se ne vuole andare, nessuno lo fermerà. In compenso, a fare le spese di  lotte all’ultimo sangue saranno i poveri figli, che dovrebbero essere sempre lasciati fuori dalle beghe dei genitori. A qualunque età.

Che ciò succeda è abbastanza raro. Ed ecco il motivo per cui penso che separarsi e divorziare insieme sia sempre la soluzione migliore. Per non tornare su questioni dolorose, riaprendo dopo anni vecchie ferite che forse si stavano rimarginando, con l’inutile intento di rendere ufficiale una situazione ormai ufficiosa.

Confidenze