Diverse autrici, esordienti o famosissime, nei loro romanzi più recenti hanno raccontato rapporti al femminile tra sintonie e rivalità. Con trame avvincenti e punti di vista originali

 

Cos’hanno in comune un mito del cinema e un’assassina, una cantante di fama internazionale e una parricida? Con “Angeli e carnefici” (Rizzoli, 19 euro), Cinzia Tani traccia 11 profili paralleli di donne, legate dall’anno di nascita, divise da percorsi di vita opposti.

Come nasce questo libro?
«Mi intriga il conflitto tra genetica e ambiente: quanto conta la famiglia nell’indirizzare le nostre scelte e quanto il dna? Ho scavato nell’infanzia di queste donne, famose nel bene o nel male, per ricostruirne i percorsi».

Ci sono star come Greta Garbo o Billie Holiday sul versante ”angeli” e spietate assassine sul fronte ”carnefici”. Hai una coppia preferita?
«Scavando nelle loro storie, leggendo le biografie e i documenti (è stato un lavoro molto lungo), mi sono appassionata a tante. Una coppia impressionate è quella Hannah Arendt-Ilse Koch: tedesche, nate lo stesso anno, entrambe amate in famiglia, una è stata la filosofa che s’interrogava sulle radici del nazismo; l’altra, Ilse, moglie del comandante di Buchenwald, è stata un mostro di ferocia».

Cosa dicono queste storie alle donne di oggi?
«Ho cercato di lasciare a queste figure la loro complessità: le assassine non sono state solo ”mostri” e gli ”angeli” hanno avuto i loro momenti di debolezza, di caduta. Ma restano esempi forse soprattutto per la loro capacità di ricominciare. Di risollevarsi e non arrendersi».

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