Storie d’amore e di famiglia, rapporti tra sorelle e viaggi che cambiano la vita. Ci sono nodi emotivi forti al centro di questi sette romanzi, di autrici già famose o al debutto
In una casa solitaria, in un borgo quasi spopolato, vive Eufrasia, settantenne e ultima di una dinastia di provette ricamatrici. Un giorno arriva da lei una ragazza che le chiede di aiutarla a ricamare il suo corredo. Di punto in punto, tra le due donne si dipana una storia, che parla di amore, di libertà e di mistero. Elena Pigozzi, autrice di L’ultima ricamatrice (Piemme, 15,50 euro) ci introduce al suo libro.
L’inizio di questo romanzo ricorda quello di una fiaba. Com’è nato?
«Ho “visto” il personaggio, mi è apparsa la prima scena in questo borgo, e poi ho inseguito la storia. Che ha dietro di sé una riflessione sulla scrittura, tessitura di parole su una trama, così come il ricamo è intreccio di fili e di punti su un ordito. Le due donne, poi, sono figure senza tempo, che ho costruito tenendo presenti le immagini femminili del mito e cercando una scrittura lirica. La ragazza, per esempio, si chiama Filomela, che nel mito greco, ebbe la lingua tagliata per non poter raccontare di essere stata violentata. Ma riuscì a informare la sorella ricamando un messaggio per lei sulla tela».
Tutto si svolge attorno al ricamo. Lei ricama?
«Mia nonna lo faceva, io ho imparato qualcosa da lei. Ma soprattutto ho inseguito l’idea del ricamo come racconto di storie».
Come immagina le sue lettrici?
«Credo che il libro abbia tanti livelli di lettura. Il messaggio forte, che emerge dalla storia di Eufrasia, è che la vita è sempre capace di superare i dolori. E l’amore rende liberi».
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Elena Pigozzi, autrice di L’ultima ricamatrice (Piemme, 15,50 euro), è scrittrice e giornalista
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La piccola Hibari e sua nonna, Sumire, salvano un uovo abbandonato, facendolo schiudere e crescendo un bellissimo pappagallo. Un giorno l’uccello prende il volo e si rivela, nel corso di questo poetico romanzo, un vero messaggero d’amore capace di riportare un soffio di gioia nella vita di chi ha perso le speranze. Ribon messaggero d’amore (Neri Pozza, 18 euro) è l’ultimo romanzo dell’autrice giapponese Ito Ogawa.
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In un paese di campagna tra Lombardia, Emilia e Veneto vivono i Casadio, famiglia numerosa e lavoratrice. Quando Giacomo s’innamora della zingara Viollca e la sposa, all’inizio dell’Ottocento, la stirpe si divide in due: ci sarà chi eredita l’indole sognatrice e i capelli biondi di Giacomo e che riceve in sorte il temperamento sensitivo e i colori scuri di Viollca. Nell’arco di due secoli di storia, si snodano amori e sogni, profezie e conquiste in un’avvincente saga familiare. La casa sull’argine di Daniela Raimondi (Nord, 18 euro).
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Marcela Serrano, autrice cilena di moltissimi romanzi di successo, da L’albergo delle donne tristi ad Antigua, vita mia affronta in Il mantello (Feltrinelli, 15 euro) un grande dolore personale: la morte di Margarita, una sorella amatissima. In seguito a questa perdita, infatti, l’autrice decide di isolarsi per 100 giorni in una casa di campagna, per dare al lutto il tempo di dispiegarsi e per riuscire ad accettare quello che, all’inizio, le sembra inaccettabile. La scrittura diventa allora un modo, per lei, per raccogliere emozioni e ricordi, ma anche per aiutare chi vive momenti simili a trovare un sostegno.
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Protagonista di molte serie televisive, come Tutto può succedere o Il processo, Camilla Filippi debutta con il suo primo romanzo, liberamente ispirato a una storia familiare. La sorella sbagliata (HarperCollins, 18 euro) è ambientato nell’estate del 1978 quando Luciana, la protagonista, insegnante in un liceo di Bologna, riceve una telefonata. Quella chiamata, che le annuncia la morte improvvisa della madre, ribalta tutti i suoi progetti e la costringe a tornare a casa per occuparsi di sua sorella: Giovanna è sempre stata la figlia preferita, disabile ma con un carattere impossibile.
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A volte le storie semplici sono quelle che fanno emergere le emozioni e le domande più profonde. Succede con il nuovo romanzo di Susanna Tamaro, Una grande storia d’amore (Solferino, 16 euro). L’autrice di Va dove ti porta il cuore racconta qui la vicenda di Edith, una ragazza un po’ trasgressiva e Andrea, un capitano inflessibile, che s’incontrano su un traghetto e scoprono di amarsi. Dopo una passione durata una vita, Andrea si ritrova alla fine solo sull’isola dove la coppia ha costruito la sua esistenza. E continua a parlare con l’amata moglie, per raccontarle di nuovo la loro storia, per chiederle consiglio sulla loro figlia, per farsi aiutare ancora una volta, da lei, a rinascere.
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Quando le viene proposto di lavorare come cameriera per un ex insegnante di filosofia che ha perso la vista, Maria Vittoria accetta subito. E il Professore l’accoglie in una casa piena di luce, di vento e di libri, dove lei pulirà e cucinerà per lui, ma dovrà anche leggergli brani di Pascal o di Sant’Agostino, di Platone o di Spinoza. I dialoghi tra la badante e il suo datore di lavoro, che spaziano dalle emozioni più comuni alle riflessioni filosofiche su vita e morte, s’intrecciano alle vicende della loro vita e a quelle di tanti altri personaggi, che entrano ed escono da quella casa sullo sfondo di una Livorno allegra e piena di vita. Uscito nel 2019, Niente caffè per Spinoza di Alice Cappagli (Einaudi, 17,50 euro) ha vinto ora il Premio John Fante Opera Prima 2020.
Da Confidenze n. 40
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