Dai pantaloni alla minigonna, dal bikini ai jeans: a Carpi (Mo), una mostra ricorda l’evoluzione dell’abbigliamento che ha segnato il Novecento in parallelo con i cambiamenti sociali. E con le conquiste di libertà

 

La moda non è solo eleganza e sfarzo. Spesso, infatti, è anche lo specchio di grandi e fondamentali evoluzioni sociali. Lo racconta la mostra Habitus. Indossare la libertà, ai Musei di Palazzo dei Pio di Carpi (Mo) fino al 6 marzo 2022. L’esposizione, che propone capi d’abbigliamento, foto, video e musica, analizza a fondo il Novecento, periodo in cui le tappe più importanti dell’evoluzione della moda hanno coinciso spesso con momenti significativi dell’emancipazione femminile.

UN SECOLO DI CREATIVITÀ E DI RIVOLUZIONI
Il percorso espositivo è suddiviso in quattro tappe. Liberare il corpo, la prima, racconta l’inizio del XX secolo, quando la moda aveva anche l’obiettivo di liberare il corpo femminile dalle costrizioni degli abiti (busti e corsetti). Scoprire il corpo, la seconda tappa, conduce invece nel secondo dopo- guerra, periodo in cui le donne iniziano ad affermare la loro libertà anche scoprendosi. Ne sono un esempio la prorompente Silvana Mangano nel film Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949), ma anche i capi iconici del periodo, come per esempio il bikini e gli hot pants. Poi c’è la sezione Work, sport, cool, che propone gli evergreen jeans e maglietta, ma anche lo stile unisex e il prêt-à-porter degli anni Settanta e Ottanta. L’emozionante percorso si conclude con Destrutturare, che mostra e racconta abiti più comodi, rilassati e informali, senza imbottitura né controfodera. Qualche esempio? Il wrap dress di Diane von Furstenberg e la giacca destrutturata di Giorgio Armani.

 

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