La Maison di Emma Becker

Leggi con noi
Ascolta la storia

Il libro di cui tutti parlano e dove l'autrice racconta le sue fantasie sessuali senza pregiudizi

I gustosi pudori delle ragazze nuove, l’arrendevolezza, l’indifferenza delle più anziane che conoscono ogni singola piega della loro carne e la offrono interamente, senza un briciolo di paura, senza il minimo imbarazzo, come bestie da soma che non si valutano certo dal colore del mantello. Le grazie inattese, i difetti che non ti aspetti, il seno rifatto male, con vistose cicatrici risalenti a un’epoca in cui la chirurgia aveva la mano pesante – non avresti scelto quella ragazza se lo avessi saputo, ma a un tratto quei particolari esibiti con la massima disinvoltura ti sembrano un regalo. Bacerei con dolcezza il solco chiaro di una vecchia episiotomia – questa creatura generatrice di bambini trova anche il tempo, la bontà, la necessità di affittare al miglior offerente la sua operosa vagina. Andrei a esplorare sotto le calze nere le gambe mal rasate, sotto le ascelle umide l’odore del sudore. Con le parole che pronunciano in toni gravi, scherzosi, strozzati, sfiniti, rochi o suadenti costruirei una storia; inventerei per loro un’infanzia, un’età ingrata, una famiglia e dei progetti, una vita intera”.

Siamo a pagina 346, il libro è alla fine, Justine, all’anagrafe Emma Becker, si lascia andare alla nostalgia verso quanto la Casa conteneva, custodiva e sapeva creare, e si immagina uomo, si immagina cliente, utente, dei preziosi servizi in vendita presso quell’esercizio commerciale. Ho dovuto tagliare tanto: al di là di quanto si dice il nostro non è un Paese dove ci sia la libertà vera di trattare certi argomenti ma soprattutto di utilizzare la giusta terminologia alla luce del sole. Emma Becker esiste davvero, il suo ritratto è la copertina del libro, sta girando tutte le televisioni d’Europa; articoli su di lei, interviste, si trovano in ogni dove, rotocalchi di carta e siti online.

Emma racconta, senza davvero mezzo pelo sulla lingua, le sue fantasie, la sua formazione sensuale prima di trasferirsi a Berlino, quando a poco meno di vent’anni fece un regalo fantastico (a suo dire) all’amatissimo fidanzato Joseph: Larissa, una escort da 700 euro, per farlo in tre (poi fu un disastro per colpa dell’algida russa che lo faceva solo per soldi e non per diletto, ma questo poco conta).

Emma ha sempre aperto con generosità le porte della sua camera da letto. Turni ben stabiliti, ma nessuna esclusiva: c’è chi ama, chi ammira, chi rispetta, chi la fa eccitare, ognuno ricopre un ruolo senza offuscare quello degli altri. Poi Emma la ritroviamo a letto con Stephane, a Berlino, un uomo più vecchio di suo padre, che dopo aver fatto l’amore (non è questo il termine che Emma usa nel libro) si addormenta e russa e che non ha la forza di innamorarsi ma solo di girarci intorno.

Ma cosa cercano gli uomini? Si chiede Emma. E noi donne? Cosa vogliamo quando non ci accartocciamo all’interno di scatole rigide che qualcuno ha progettato per noi? Emma entra in una Casa, in una Berlino “splendida e lercia”, dove la prostituzione è libera e certe parole non sono volgari ma solo esplicative in modo reale, diretto. Vuole vivere quello che il suo corpo ha da dire senza zittirlo in continuazione. Vuole conoscere chi come lei non cede alla menomazione di certi tabù, di certe culture, di certi pregiudizi.

In Italia un libro del genere può arrivare solo in traduzione, mai una casa editrice avrebbe il coraggio di investire su qualcosa che non sia la solita brodaglia melensa e piena di falsi femminismi che sta logorando la proposta narrativa tricolore.

Se è un libro per uomini? No. Un uomo già alla seconda pagina lo utilizzerebbe come degnissimo e forse superiore sostituto di YouPorn, non riuscirebbe a coglierne il vero significato. Se è un libro per donne? Assolutamente sì. Soprattutto per tutte le donne.

Emma Becker, La Maison, Longanesi

Confidenze