Orologi rossi di Leni Zumas

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Un viaggio dentro la maternità, una grande metafora sulla gestazione intesa come gestazione di idee e progetti

Due anni fa il Congresso degli Stati Uniti ha ratificato l’Emendamento sullo stato di persona, che conferisce a un ovulo fecondato, sin dal momento del concepimento, il diritto costituzionale alla vita, alla libertà e alla proprietà. L’aborto adesso è illegale in tutti e cinquanta gli stati. Chi lo pratica può essere accusato di omicidio di secondo grado, chi cerca di abortire rischia l’imputazione di concorso in omicidio. Anche la fecondazione in vitro è stata bandita a livello federale, perché l’emendamento dichiara illegale il trasferimento di embrioni dal laboratorio all’utero (gli embrioni non possono dare il proprio consenso ad essere spostati). Quand’era successo, lei insegnava tranquillamente storia. Si era svegliata una mattina con un presidente eletto per il quale non aveva votato. Quest’uomo pensava che le donne che avevano un aborto spontaneo dovessero pagare i funerali per il tessuto fetale, e che un tecnico di laboratorio che faceva cadere un embrione per sbaglio durante un trasferimento in vitro fosse reo di omicidio colposo. La biografa aveva sentito dire che sui prati del complesso per pensionati di Orlando dove viveva suo padre si gioiva. Per le strade di Portland si manifestava. A Newville: quiete salmastra. A meno di far sesso con un uomo con cui altrimenti non si sognerebbe di farlo, l’Ovutran, le sonde vaginali appiccicose di lubrificante e le dita d’oro del dottor Kalbfleisch sono l’unica strada biologica rimasta”.

Praticamente un mezzo miracolo. Stavo acquistando un thriller al supermercato, reparto libri. La trama era interessante ma dovevo trovare un altro titolo per la promozione Bompiani ‘due titoli a 9.90’. Avrei preso il thriller, per quel prezzo. Ma già in passato alla cassa mi avevano detto “non si può fare, devi prenderne comunque un altro che devo scaricare. Poi magari ci incarti le uova”. Mi è caduto l’occhio sulla copertina di Orologi rossi: fiori foglie e frutti per raffigurare un ‘utero morto’. Prima ancora di leggere la trama è stata la frase sottolineata in evidenza a colpirmi, “Datemi la possibilità di ripetermi. Datemi una vita vissuta di nuovo, e più grande. Datemi una me stessa di cui prendermi cura, e meglio”. L’ho lanciato nel carrello insieme al thriller.

Veniamo a noi: ho un gran sonno, la scorsa notte non ho dormito. Ho divorato il libro dalla prima all’ultima pagina, come un leone non affamato ma in astinenza da sapore di qualità che sbrana una preda succulenta, rara. Non me ne vogliano gli animalisti per la similitudine politicamente scorretta ma quando ti alimenti perché non puoi fare altrimenti con cose industriali e a un tratto hai l’occasione di nutrirti con roba di qualità ti sembra quasi di impazzire. La Zumas, che non avevo mai sentito nominare, scrive in un modo pazzesco. Se qualcuno di voi ha letto La donna che rubava i mariti di Margaret Atwood (ormai introvabile e che andrebbe riportato a illuminare gli scaffali delle librerie nostrane), ecco, Orologi rossi ha quel ritmo narrativo lì, scrittura mista, narrazione senza limiti di falso buon gusto, capacità di sguardo a 360° sulle cose che squartano il mondo al di qua e che possono essere capite nella loro criticità solo trasportandole con la tecnica della distopia in un mondo appena al di là.

Si parte dalla maternità, realizzata da tempo per Susan, anelata per Roberta, subita per Mattie, ‘processata’ per Gin la strega, la guaritrice. Si parte dalla maternità e si gira in tondo intorno al rapporto con i luoghi comuni, con la politica conservatrice, con i diritti strumentalizzati, con i sensi di colpa atavici, con i falsi desideri e le proiezioni romanzate, col il senso della relazione amorosa. Una grande metafora sulla gestazione, gestazione di idee, di progetti sociali, di aberrazioni costituzionali, di pianificazioni incongruenti. La maternità non è un bambino che frigna da mostrare alle amiche ma una costante ricerca di equilibri per rendere possibili i mondi nascenti, dotarli di diritti e libertà buone.

Personaggi indimenticabili delineati e disegnati e analizzati con una scrittura da urlo, parole coraggiose, pesanti, scomode, scurrili, viscerali. Poeticissime. Un capolavoro.

Leni Zumas, Orologi rossi, Bompiani

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