Una fiamma inestinguibile di Louis De Wohl

Leggi con noi
Ascolta la storia

La vita di Sant'Agostino con i suo lato più umano: le imperfezioni, gli amori

“Il suo dio era immobile, la statua di se stesso. Prima era solo la sua mano a carezzarla, adesso anche lo sguardo. Ma era proprio una carezza? C’era orgoglio nei suoi occhi, una fierezza feroce. Le labbra però sorridevano, suscitandole una gioia così poderosa da scuoterla fin nel midollo. Il suo dio sorrideva. Era contento. Orgoglioso di lei. «Sarà un maschio» sussurrò Melania. «Ne sono certa.» Lui si chinò, la aiutò ad alzarsi e le puntò addosso uno sguardo attonito, come se la vedesse per la prima volta. Quello sguardo metteva quasi paura. Ma quando gli occhi trovarono la risposta che cercavano, lui le prese il volto tra le mani e se lo strinse al petto. Con un sospiro felice, Melania si abbandonò al suo abbraccio. Intanto nella mente di Agostino si accavallavano mille pensieri contrastanti, e di colpo il suo orgoglio si ritrovò assediato, strangolato dalla paura. Era una pazzia. Un bambino. Suo figlio. Agostino aveva diciott’anni. Era uno studente alle prime armi…be’, quasi. Non aveva soldi. Viveva del denaro che Romaniano si degnava di inviargli, e il vecchio poteva tagliargli i fondi in qualsiasi momento. Dopodiché, per mantenersi, sarebbe stato costretto a dare lezione agli scolaretti, o a fare lo scrivano. Sua madre l’aveva avvertito – sarebbe stata la fine della carriera. Ma lei si riferiva al matrimonio. Questo era peggio. Anzi, no. È sposandosi che si rinuncia alla libertà. Il mondo è pieno di bambini illegittimi, non drammatizziamo. Avrò un figlio. E con questo? Sarebbero passati mesi prima che la gravidanza diventasse visibile e giungesse a termine. Nel mentre poteva accadere di tutto. Era nell’ordine naturale delle cose”.

Chiunque abbia letto le sue Confessioni si è innamorato. Del suo pensiero, della sua vita – avventurosa –, della sua strada verso la santità, verso un Dio che gli infiammò l’anima e il cuore più della battaglia, più delle donne, più della filosofia. Agostino, nato a Tagaste, in Africa, nel 354 dopo Cristo, attraversa tutte le fasi di una crescita terrena e nello stesso tempo spirituale. Leggere le pagine che De Wohl ha scritto è un’avventura che ci avvicina a un concetto difficilissimo, a una categoria altissima, a un Dio così desiderato, così complesso da scovare nel cuore.

Agostino non nasce cristiano e non nasce con una tensione verso l’Alto. Agostino è terreno, è carne, è amante, è padre, è amico, è figlio, è vanesio e peccatore. Ma “Cristo non si lascia ignorare”, il Cristo figlio di colui che tutto ha creato e che nel creato ha visto il buono è una luce che prima invisibile e poi sempre più accecante avvolge il pensiero del giovane.

La Chiesa ufficiale tende a raccontarci la santità dal suo punto di arrivo in poi soffermandosi solo brevi istanti intorno alle aneddotiche e alle curiosità. Ma il santo è colui che è nato uomo, è colui che non ha rinunciato all’esperienza caotica della vita, è colui che non ha opposto resistenza all’Incontro. De Wohl racconta tutto quello che di un santo bisognerebbe conoscere per non avvertirlo distante, inarrivabile, extraterrestre, inimitabile: l’imperfezione, il girare a vuoto, il dubbio, l’egoismo, l’angoscia, l’infelicità, il senso di colpa, l’amore per una donna (che De Wohl chiama Melania ma che nella realtà è sconosciuta, ‘persa nella storia’) che lo aiuterà a camminare – facendosi a un tratto da parte – verso la responsabilità della santità.

Agostino è un santo responsabile, un santo lucido, un santo non per nascita ma per scelta. È il più grande pensatore della Cristianità, ‘teoria’ che ci consegna attraverso la sua intera esistenza.

Louis De Wohl, Una fiamma inestinguibile, Bur

Confidenze