Adolescente viziata, con inculcato il rispetto del denaro

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Sono stata una bambina e poi un’adolescente molto viziata, alla quale non è mancato nulla. Anzi, se vogliamo essere sinceri fino in fondo, i miei genitori mi hanno dato molto di più rispetto a tanti coetanei. Eppure, sono riusciti lo stesso a inculcarmi il senso e il rispetto del denaro.

Questo significa che vestita di tutto punto, con il motorino più bello, ottime scuole e vacanze da sogno, fino a una certa età non ho mai dato niente per scontato. E quando la vita ha preso all’improvviso un corso ben diverso, pur nello shock ho fatto fronte alla nuova situazione con una vaga dignità. Confermando che ero stata una buona alunna, perché avevo assorbito ciò che mi avevano trasmesso la mamma e il babbut.

Un atteggiamento differente nei confronti della ricchezza sembra averlo, invece, tale Luna, una sedicenne di cui si parla nell’articolo E’ finita l’era dell’abbondanza, pubblicato sul numero di Confidenze in edicola adesso.

Dal racconto della madre, avvocato e separata dal marito che per lavoro è sempre in viaggio, la sedicenne più che spendere sciala oltre 200 euro alla settimana fra shopping, aperitivi con gli amici e altre amenità che reputa indispensabili per la propria serenità.

Il tutto, senza minimamente rendersi conto che ogni famiglia, compresa la sua, sta inesorabilmente andando incontro a un periodo economicamente drammatico.

Leggendo la vicenda, confesso che mi sono venuti i nervi. Intanto, perché la mamma e il papà di Luna, dopo averla coperta di soldi per colmare i vuoti delle loro assenze (troppo impegnati con il lavoro), oggi danno la colpa alla figlia delle esigenze pecuniarie esagerate. E il fatto che non si prendano nessuna responsabilità lo trovo gravissimo.

A irritarmi, però, c’è anche la richiesta di aiuto della madre per far rinsavire l’esosa adolescente.

Ma come? Prima mette a posto la coscienza aprendo il portafoglio e poi, appena si assottiglia, non sa come comportarsi?

A mio parere, se Luna vive fuori dal mondo e non capisce che il suo tenore di vita dovrà subire delle ristrettezze è perché nessuno le ha insegnato che i soldi vanno e vengono. Né che all’età dell’oro può sempre seguire quella della fame.

Chi è il responsabile della sua totale ignoranza (intesa proprio come “ignorare”)? Forse non la ragazzina, visto che a 16 anni è difficile apprezzare i frutti degli sforzi altrui. Più che mai se ti vengono elargiti con pericolosa generosità. Cioè, come se fossero dovuti.

Certo, trasmettere ai giovanissimi il messaggio giusto sul valore dei soldi quando in casa ce ne sono tanti non è un’impresuccia da niente. Detto ciò, sono fermamente convinta che sia doveroso far loro comprendere quanto nascere in una famiglia benestante sia soltanto una questione di fortuna sfacciata.

Anche perché, ripeto, nella vita le ricchezze vanno e vengono. Quindi, sarebbe bene preparare i pargoli a entrambe le condizioni.

Nei casi in cui si denari e ne vanno, aiutando le creature a gestire il poco che resta in tasca con il sale in zucca. Ovvero, facendo fronte alle incombenze e, appena riescono (se e quando riescono), accumulando qualche spicciolo indispensabile per le emergenze.

Quando il malloppone è cospicuo, invece, godendone al massimo. Sì, perché se è vero che i soldi non fanno la felicità, la aiutano a mille. Regalando ovviamente sicurezza. Ma anche offrendo infinite possibilità e, soprattutto, una grande libertà.

Ecco il motivo per cui ho allevato i miei figli con un’idea fissa: spendere sempre quando si può e si hanno desideri da esaudire. Ma non buttare via neanche mezzo centesimo. Neppure nei momenti più fecondi. Perché questa è la vera differenza tra amministrare e sperperare.

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