Alessandro Gassmann? Lo ricordo che aveva 3 anni, poi…

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L'uomo della settimana di Confidenze è Alessandro Gassmann. Io l'ho conosciuto. Vi racconto come e quando

La prima volta ho incontrato Alessandro Gassmann quando aveva circa tre anni, forse nemmeno. Ero in vacanza a Cortina dove si era formato un divertente quanto insolito gruppo sportivo di attori, fra i quali suo padre Vittorio, Paolo Villaggio, Franco Interlenghi, Ugo Tognazzi, che socializzava con i villeggianti promuovendo tornei di calcio e di tennis. Io seguivo tutto dagli spalti un po’ perché sono sempre stata poco sportiva, un po’ perché ero troppo giovane.

Di sera, molto spesso, il cinema locale prolungava gli eventi comuni con la proiezione dei film più famosi degli ospiti star i quali arrivavano a sala già piena accolti da una profusione di applausi, ole e standing ovation.

Quell’anno spopolava L’armata Brancaleone e alla proiezione il Mattatore si fermò sull’ingresso per godersi il tormentone dell’estate “Branca… Branca… Branca… leon… leon… leon!” intonato da un coro caciarone di tutti noi. Con lui c’era la splendida moglie Juliette Maynel e il piccolo Alessandro.

Un bambino bellissimo, con una testa di ricci rotondi, perfetti, due occhi intelligenti e riflessivi, e l’aria un po’ sopraffatta da tutti quegli scalmanati ai quali si era unito con una voce baritonale anche il padre.

Molti anni dopo, invitata dalle sorelle Fendi a una cena in occasione della settimana della moda milanese, mi ritrovai al tavolo di fianco proprio a lui, Alessandro Gassmann, testimonial della linea uomo della Maison.

Confesso di essermi sentita un po’ imbarazzata. “Oh Dio, e adesso che cosa gli dico tutta la sera?” pensavo guardandolo scostarmi cavallerescamente la sedia per farmi accomodare.

Un uomo bellissimo, secondo me più di suo padre. Con un sorriso aperto e incantatore e lo stesso sguardo del bambino con i riccioli rotondi, riflessivo, intelligente, scrutatore. E, come quel bambino, un uomo soltanto apparentemente timido, in realtà  molto molto educato.

Non è stato difficile dialogare con lui perché è un tipo molto spontaneo, autentico e ironico. Insomma, non se la tira per niente. E quanto ha riso quando gli ho raccontato di quella sera a Cortina… Se la ricordava perfettamente.

 

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