Alla madre di un piccolo studente

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Le lezioni stanno per ricominciare e più di otto milioni di ragazzi sono pronti per tornare sui banchi. Che hanno scolastico sarà? La mamma di un adolescente che mostra qualche fragilità è in balìa dell’ansia

 

Tra lockdown e didattica a distanza, gli ultimi due anni hanno messo a dura prova i ragazzi italiani. Che, in alcuni casi, adesso aspettano il rientro in classe, previsto tra qualche giorno, con preoccupazione. Qualche riflessione per una madre dubbiosa e in ansia.

Cara Virginia, mi hai raccontato le tue preoccupazioni per tuo figlio Ermanno, che tra poco comincerà le scuole medie. «Ermanno non è sereno: la pandemia e le infinite restrizioni l’hanno reso più fragile e insicuro. La situazione è resa più pesante dal fatto che molti suoi compagni delle elementari andranno in scuole private e non nella struttura pubblica in cui lui è iscritto. Per questo, spesso dice che non ha voglia di tornare sui banchi».

SE I GENITORI SONO COESI
Ermanno è un bel ragazzino di 11 anni, simpatico e dolce. «E tanto disorientato: continua a ripetere che ha perso gli amici di un tempo. E poi, sostiene che, se vanisse deciso l’obbligo di vaccinazione per tutti gli studenti, lui vorrebbe sottrarsi e per questa ragione sarebbe disposto a restare chiuso in casa per l’intero anno scolastico. Imita suo padre, che ha 40 anni, non si è ancora vaccinato ed è infastidito ogni volta che deve indossare la mascherina. Perché Ermanno è così teso? Secondo me, gli ultimi due anni scolastici, tra lockdown e didattica a distanza, l’hanno messo in difficoltà. Per fortuna le sue insegnanti hanno sempre saputo tranquillizzarlo, ma durante l’estate le sue paure sono riaffiorate, più potenti di prima». Cara Virginia, tuo figlio è spaesato. Per ritrovare un po’ di sicurezze, avrebbe bisogno di genitori allineati, che condividano il punto di vista sull’educazione dei figli, ma anche su alcuni valori generali. Mi pare di capire, però, che tu e tuo marito abbiate qualche divergenza. Personalmente, consiglierei al padre di Ermanno di non mostrarsi ostile alle regole sanitarie su vaccini e sicurezza in questo periodo di pandemia. Credo infatti che vada riconosciuta, rispettata e sostenuta la cosiddetta “legge del padre”, su cui ha ragionato lo psichiatra italiano Giovanni Bollea. Padre che, secondo Bollea, rappresenta una sorta di ponte tra la famiglia e il sociale. In tempi come questi, in cui il Covid ha scatenato un immenso disagio che disturba e affligge la collettività, è bene sostenere, con l’esempio e il rispetto delle regole, i minori nei loro passaggi di crescita. Tra i quali c’è l’ingresso nella preadolescenza, che rappresenta il distacco dall’infanzia, dalla scuola primaria, da consuetudini e amicizie che devono evolversi nel segno dell’autonomia. È fondamentale elaborare il lutto della fine dell’infanzia in modo armonico, con il sostegno e la guida corretta e ferma dei genitori. Ma anche con i parenti e gli amici che restano. In questo modo, è possibile affrontare le prove della preadolescenza con empatia, creatività, rispetto nei confronti di stessi, degli altri e delle regole. Regole da condividere in famiglia, in modo da affrontare con responsabilità l’ingresso nella vita degli adulti.

 

Articolo pubblicato su Confidenze n. 37
Foto: Getty
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