Battuta d’arresto per la lotta contro la fame nel mondo

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Nella Giornata Mondiale dell'Alimentazione il grido d'allarme delle organizzazioni umanitarie: servono più sforzi per combattere la denutrizione

Il 16 ottobre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, un appuntamento che si sta trasformando in un grido d’allarme per tutte le principali organizzazioni umanitarie impegnate nella lotta alla denutrizione e alla fame nel mondo. Save the Children parla di “emergenza fame” per 5,7 milioni di bambini. Uno su tre al mondo è malnutrito e ogni 15 secondi un bambino muore a causa della mancanza di cibo. Il pianeta sta affrontando la più grave emergenza alimentare del 21esimo secolo.

L’Indice Globale della Fame 2021 presentato ieri (uno dei principali rapporti internazionali per la misurazione della fame del mondo, curato in Italia dal Cesvi) mostra un aumento della prevalenza mondiale della denutrizione che non si vedeva più da decenni. La pandemia, i cambiamenti climatici e soprattutto i conflitti in corso nelle diverse aree del mondo (ben 169 attivi nel 2020) hanno segnato una battuta d’arresto nella lotta contro la denutrizione, allontanando ancora di più il raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero, posto dall’agenda Onu 2030.

L’indice Globale della Fame (che è frutto dell’incrocio dei dati di quattro indicatori come denutrizione, deperimento infantile, arresto della crescita e mortalità dei bambini sotto i cinque anni)  tra il 2006 e il 2012 aveva ottenuto un punteggio in discesa di 4,7 punti, mentre negli ultimi nove anni è diminuito di soli 2,5 punti e oggi segna un’inversione di tendenza. Il tasso di denutrizione passa dal 19,6% del periodo 2014-2016 al 21,8% del periodo 2018-2020, tanto da rendere impossibile per i Paesi impegnati nell’Agenda Onu 2030 raggiungere i risultati prefissati per quella data.

«La lotta contro la fame è pericolosamente fuori strada. Conflitti, cambiamenti climatici e Covid sono le tre C che hanno incrementato la malnutrizione nelle aree più vulnerabili» ha detto Gloria Zavatta, presidente Fondazione Cesvi, aggiungendo che: «senza pace difficilmente potremo eliminare la fame nel mondo. Senza sicurezza alimentare non potrà esserci pace duratura».  

Tra i Paesi più colpiti ci sono l’Africa Sud Sahariana, l’Africa Settentrionale, le regioni dell’Asia meridionale, Asia occidentale e Sud-est asiatico, America Latina. La fame rimane grave, allarmante o estremamente allarmante in quasi 50 Paesi. La Somalia è la Nazione dove la fame è a livello estremamente allarmante.

Ciad, Madagascar, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo e Yemen hanno una situazione allarmante e sono classificati come tali anche Burundi, Comore, Sud Sudan e Siria.

L’ultimo rapporto FAO prevede che nel 2030 ci saranno 657 milioni di persone denutrite (pari a quasi l’8% della popolazione mondiale), 30 milioni in più rispetto a uno scenario in cui non si fosse verificata la pandemia (FAO, IFAD et al. 2021).

«Ma nel 2020 le crisi alimentari sono state provocate più dai conflitti che dal Covid: in 8 Paesi su 10 con fame allarmante, il livello di conflittualità risulta più alto» precisa Maurizio Martina, già ministro delle Politiche agricole e attuale vicedirettore generale della FAO, intervenendo alla presentazione dell’Indice Globale della Fame del Cesvi.

Oggi la metà delle persone denutrite vive in Paesi colpiti da conflitti e sono questi ultimi a generare conseguenze devastanti sui sistemi alimentari, a partire dalla distruzione dei raccolti e delle materie prime.

La FAO ha calcolato che per raggiungere l’obiettivo Fame Zero dell’Agenda Onu 2030 servirebbero stanziamenti di 40 miliardi di euro all’anno, una cifra enorme, difficilmente ottenibile. È dunque urgente rompere il circolo vizioso tra conflitti e fame, i 194 Paesi membri delle Nazioni Unite possono lavorare insieme per rafforzare i sistemi alimentari.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione sono tante le organizzazioni che si sono mobilitate, nel nostro Paese Azione contro la Fame ha redatto il Manifesto “Mai più Fame” presentato proprio ieri, un appello al governo Draghi firmato da decine di volti noti del mondo della cultura e dello spettacolo tra cui Ferruccio De Bortoli, Marco Cappato, Peter Gomez, Tiziano Ferro, Federica Pellegrini, per chiedere al governo di dimostrare la volontà politica di contrastare le cause strutturali della fame.

Il manifesto ha un duplice obiettivo: mobilitare la società civile sulla piaga dell’insicurezza alimentare e spingere i leader nazionali e internazionali che si riuniranno per il prossimo G20 a guida italiana, a fare interventi concreti e coraggiosi per combattere le cause strutturali della fame. Chi volesse firmare il Manifesto Mai più Fame può farlo a questo indirizzo https://azionecontrolafame.it/maipiufame/.

Qui sotto invece trovate il video realizzato da Cesvi in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione.

 

 

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