Come sarò tra 20 anni?

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Siamo entrati da poco negli anni 20, che lasceranno su ognuno di noi le tracce del tempo. Quali? Lo scopriremo tra 20 anni

Vorrei incontrarti fra cent’anni cantava Ron insieme a Tosca. E facendo il verso al brano che ha vinto il Festival di Sanremo nel 1996, mi dico che vorrei incontrare me tra 20. Cioè, quando ne avrò 76. Il motivo? Perché come scrivo su Confidenze in edicola adesso nell’articolo 20,40,60 al top, da qui al 2040 il mio viso sarà soggetto a importanti effetti del tempo che passa.

In realtà, tanti cambiamenti li ha già subiti dalla culla a oggi. Ma se da bambina mi lasciavano (ovviamente) del tutto indifferente, appena entrata nell’adolescenza ho iniziato a fare i conti con le problematiche cutanee.

Per fortuna i brufoli non hanno attanagliato la mia vita da teen ager. Eppure, ricordo qualche pomeriggio trascorso davanti allo specchio per controllare ogni impercettibile difettuccio, per poi parlarne il giorno dopo a scuola con le coetanee come se si trattasse di tragedie.

A quell’età, infatti, sei talmente insicura che un foruncolo spuntato all’improvviso sul naso (gli unici che mi venivano si piazzavano proprio lì, come quelli della Befana) equivale a un profondo sfregio da galeotto.

E, soprattutto, a 15-16 anni non sai minimamente che si tratta di quisquilie e che il vero dramma esistenziale inizia con la comparsa della prima ruga permanente. Che io ho notato verso i … (non vi dirò mai quando), sull’angolo della bocca.

Appena l’ho vista ho pensato a un segno lasciato dal cuscino (mi ero appena alzata dal letto). Nel corso della giornata, poiché non accennava a sparire, mi sono detta che avrei dovuto cambiare cuscino. E alla sera ho dato fuoco allo stramaledetto cuscino, colpevole (secondo me) di aver tracciato quel solchetto un po’ troppo tenace.

Più in là con gli anni è stato altrettanto patetico il tentativo di attribuire al casco da moto stretto le due strisce che da tempo percorrono la mia fronte. E se in quel caso sono stata tentata di catapultarmi in un negozio per centauri e cambiare immediatamente modello, mi è bastato fare un paio di conti per giungere alla dura realtà: ormai ero entrata definitivamente nell’era delle rughe.

E paradossalmente sapete cos’è successo? Me ne sono fatta una ragione. Convinta per carattere che sia inutile lottare contro i mulini a vento e che non serve disperarsi quando non abbiamo armi per cambiare il corso delle cose, mi sono rassegnata all’idea di dover rinunciare alle guanciotte paffutelle da Ciop e ho accettato quella delle zampe di gallina intorno agli occhi.

Naturalmente tutto questo non mi fa saltare di gioia. Ma ho qualche certezza. Per esempio, che non ricorrerò mai alla chirurgia estetica per apparire più giovane, visto che i risultati non tolgono minimamente gli anni che abbiamo (non ho mai incontrato una sessantenne rifatta che sembrasse una trentenne). Però, sul mio comodino ci saranno sempre capsule di collagene, nel mio beauty creme anti età, nella mia alimentazione frutta e verdura, nelle mie abitudini di vita tanto sport.

Serviranno? Non lo so. Ma se dovessi davvero rincontrarmi tra 20 anni, non vorrei vedere una donna ossessionata dall’inutile ambizione di sembrare una ragazzina, ma una signora invecchiata bene e con assoluta dignità. Come la mia bella mamma (nella foto insieme al mitico Ale) che, guarda caso, ha proprio 20 anni più di me.

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