In vista della prova costume…

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Su Confidenze Maria Rita Parsi ci parla di obesiità e dl movimento body positivity. Eppure tante di noi sono ancora angosciate dalla prova costume. Io per prima.

Su Confidenze Maria Rita Parsi ci parla di obesità e body positivity, due facce della stessa medaglia, ovvero il rapporto con il proprio corpo e l’attenzione (a volte smodata) con cui lo curiamo o viceversa lo trascuriamo.

Si sta avvicinando per tutte la pericolosissima prova costume, qualcuna più fortunata magari è già al mare, e credo che non ci sia giudice più temibile, persino dei social, del popolo della spiaggia.

Perché se su Instagram un ritocco alla foto lo puoi sempre fare, in spiaggia c’è poco da nascondere (e anche i ritocchi parlano da soli) e la semplice passeggiata sul bagnasciuga ti espone agli sguardi di tutti. Per non parlare degli amici che ritrovi ogni anno allo stesso bagno pronti a intercettare subito il chilo di troppo o di meno, o quella ruga d’espressione accentuata dall’esposizione al sole. lnsomma, per quanto il movimento della body positivity predichi l’accettazione del corpo con i suoi difetti credo che non ci sia donna sulla faccia della terra che non desideri migliorare il proprio aspetto fisico in generale e in particolar modo in vista della prova costume (magari anche solo per sfoggiare un bikini in piscina in città).

E alla fine personalmente non ci trovo nulla di strano: uno stile di vita sano e una cura del proprio fisico (a cominciare da cosa si mette in tavola) sono principi che tutti dovrebbero seguire.

Nel bagno dove vado io al mare, l’anno scorso avevo come vicina di ombrellone Elena Santarelli, che oltre a catalizzare l’attenzione di tutta la popolazione maschile dai 12 anni in su, si distingueva per un fisico atletico, un aspetto sano e un’aria semplice e naturale. Ovviamente per noi “nella media” era un esempio di bellezza ineguagliabile, ma il suo look semplice e sportivo incantava tutte: niente trucco o monili eccessivi, niente cappelli di paglia a larga tesa, ma occhiali da sole e capelli raccolti con una coda di cavallo.

Insomma come avrete capito non sono tra le fan di “grasso è bello” ma apprezzo il lavoro fatto dal movimento della body positivity se non altro per aver aiutato tante donne a sentirsi a più agio con il proprio corpo e per aver sdoganato anche nelle pubblicità sui giornali e in tv modelle curvy di taglie fino a poco tempo fa impensabili da mostrare. A chi lo segue mi permetto di dire di non farne una bandiera tale da giustificare qualsiasi comportamento, senza la minima attenzione a migliorare se stessi e il proprio stato di salute.

Credo che la ricetta migliore al mare come in montagna, sia imparare a stare bene con se stessi, con qualche chilo in più o in meno, e con un occhio sempre attento alla salute.

Confidenze