Esce Il film su Marie Curie: ecco chi era la scienziata

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Radioactive è tratto dall’omonimo libro di Lauren Redniss e racconta la vita di Marie Curie, la scienziata che scoprì il radio e il polonio

 di Orsolina Guerri

 

Maria Slodowska, passata in seguito alla storia con il cognome del marito come Marie Curie, era nata a Varsavia il 7 novembre 1867, nella Polonia oppressa dalla dominazione russa.

La mamma era cantante, pianista e insegnate. Il padre, un professore di fisica e matematica.

Fin da bambina, mentre studia come autodidatta, Marie si rivela dotata di un’intelligenza superiore, determinata e curiosa, favorita da una memoria formidabile Gli Slodowska hanno quattro figli.

Marie sarà sempre legatissima alla sorella Bronia, solare e materna, quanto lei è controllata, introversa e disciplinata.

Già a 17 anni, Marie rifiuta ogni forma di religiosità. Crede unicamente nel progresso. Lavora come domestica o istitutrice a seconda dei casi e studia contemporaneamente.

Governante presso la famiglia Zorawsky, si innamora, pienamente ricambiata, del figlio Casimiro. I due colombi sono pronti a sposarsi, ma i parenti di lui si oppongono strenuamente. Casimiro non trova la forza di lottare per difendere il loro sentimento. Se ne va.

In Polonia, l’altra metà del cielo non può accedere all’istruzione universitaria. Marie si trasferisce quindi a Parigi per frequentare la Sorbona nel 1891. Quindici anni dopo, sarà la prima donna ammessa a insegnare nella medesima università.

Nel 1895, Marie sposa Pierre Curie, fisico e matematico, classe 1859. Anziché le fedi nuziali, gli sposi acquistano un paio di biciclette che useranno per gustare un insolito viaggio di nozze, un tour ciclistico dalle coste della Bretagna ai monti dell’Auvergne.

Dall’unione nasceranno due figlie, Irene ed Eve.

I due coniugi studieranno insieme la proprietà di alcuni atomi di emettere energia: scoprendo che la radiazione è una proprietà atomica dell’elemento uranio. In seguito si concentreranno su altre sostanze radioattive, come il polonio (chiamato così in onore della patria di Marie) e il radio. Li affianca il fisico Henri Becquerel.6.RA_LS__200318_7116_RT

Sorge l’era della fisica atomica, con le sue luci e le sue ombre. Marie sarà la prima e unica donna a ricevere due premi Nobel per due discipline distinte, la fisica e la chimica.

Marie e Pierre avrebbero potuto arricchirsi grazie alle loro scoperte, dopo anni difficili scanditi dall’incredulità che li circondava. Ma non depositarono mai il brevetto internazionale del processo di isolamento del radio, presto associato alla cura contro il cancro: donarono gratuitamente all’umanità il frutto dei loro studi comuni.

Fedeli a un’ etica cristallina ritenevano che un vero studioso dovesse prodigarsi all’insegna del più assoluto disinteresse per il futuro del prossimo. Vissero sempre in maniera molto semplice, senza curarsi delle apparenze, da veri anticonformisti.

Nel 1906, Pierre muore investito da una carrozza. Marie viene chiamata a rilevarne la cattedra.

Nel 1910 la comunità scientifica grida allo scandalo: Madame Curie, vedova, nota per la sua totale dedizione al lavoro e alla famiglia, ha una relazione con il fisico Paul Langevin, sposato e padre di quattro figli. La sessuofobia incombe. La scienziata non se ne cura in apparenza, ma soffre assai. Le viene addirittura sconsigliato di ritirare personalmente il secondo premio Nobel, per sottrarla all’ira dei partecipanti. Albert Einstein le scrive per esprimerle totale solidarietà e stima.

Nel 1912, Marie fonda l’Institut du Radium, che dirigerà fino al 1932, anno in cui il timone passa alla figlia Irene. Attualmente si chiama Institut Curie e rappresenta una eccellenza per la cura dei tumori.

Durante la prima guerra mondiale, Madame Curie si adopera insieme a Irene per alleviare le sofferenze dei feriti. Crea le “Petit Curie”, vetture attrezzate con i raggi X per diagnosi immediate nei luoghi del conflitto

Madame Curie muore il 4 luglio 1934, a causa dell’anemia perniciosa provocata dalla lunga esposizione alle sostanze radioattive che aveva studiato sperando di salvare innumerevoli vite. Riposa nel Pantheon in una bara avvolta dal piombo perché si riteneva che la salma fosse radioattiva. Era ormai cittadina francese, ma sulla tomba i fratelli depongono una manciata di terra polacca, sapendo che non aveva mai dimenticato la patria lontana.

Nel 1935, Irene, insieme al marito Fedéric Joliot, vincerà il premio Nobel per la chimica, grazie alla scoperta della radioattività artificiale. I loro due figli diventeranno a loro volta scienziati di valore: Hélène sarà una fisica nucleare. Pierre un biochimico.

Irene morirà di leucemia a causa delle radiazioni ionizzanti a cui si è esposta lavorando.

Eve, la figlia più giovane, scomparsa nel 2007 a New York all’età di centotré anni, è stata una scrittrice e pianista affermata a livello internazionale; una donna elegante, intraprendente e raffinata, capace di schierarsi con incredibile coraggio contro il nazismo. Si è distinta come indomita corrispondente di guerra.

Nel 1952 venne nominata consigliera speciale del segretario generale della Nato. IL 19 novembre 1954, cinquantenne, sposò Henry Richardson Labouisse, ambasciatore degli Stati Uniti in Grecia. Insieme, nel 1956, ricevettero il premio Nobel di cui venne insignito l’Unicef. Accanto al marito, Eve, ambasciatrice Unicef in Grecia dal 1962 al 1965, ha visitato oltre cento Stati stranieri in via di sviluppo, prodigandosi per i bambini e le bambine in difficoltà.

La famiglia Curie, composta da padre, madre e due figlie ha totalizzato complessivamente cinque premi Nobel. Ciascuno\a di loro si è distinto per solidarietà, generosità, ingegno e amore per la vita.

 

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