Giornata Mondiale della terra: un milione di specie a rischio estinzione

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Il WWF lancia l'allarme: stiamo bruciando la ricchezza della vita sulla terra. Ecco le iniziative per salvare il pianeta

Il 22 aprile si festeggia la Giornata Mondiale della Terra, un appuntamento voluto dall’Onu nel 1970 per sottolineare la necessità di conservare le risorse naturali del pianeta e oggi seguito da un miliardo di persone in 192 Paesi del mondo.

Sono tanti i temi che ogni anno tornano all’attenzione: dall’inquinamento di aria e fonti acquifere alla distruzione degli ecosistemi, con migliaia di specie vegetali e animali che ogni anno scompaiono, fino all’esaurimento delle risorse non rinnovabili.

Per questa edizione 2022 il WWF lancia l’allarme sul tema della deforestazione riportando i dati dell’ultimo Living Planet Report che certifica il drammatico calo della biodiversità in corso: “un milione di specie sono a rischio estinzione, stiamo bruciando la ricchezza della vita sul nostro pianeta”. Il più importante fattore responsabile della perdita di biodiversità negli ultimi decenni, spiega il report del WWF,  è il cambiamento d’uso dei suoli e la conversione di habitat primari incontaminati in sistemi agricoli: l’agricoltura consuma oggi il 40% della superficie terrestre, ed è responsabile del 23% delle emissioni di gas serra.

Questa conversione dei suoli avviene a danno soprattutto degli ecosistemi forestali, che ospitano l’80% della biodiversità terrestre: nel XXI secolo è stato perso il 10% della superficie forestale globale (circa 10 milioni di ettari l’anno).

Da luglio 2020 a luglio 2021 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 22% rispetto all’anno precedente. Un recente studio pubblicato il 14 luglio 2021 su Nature ha evidenziato come parte della foresta amazzonica stia ora emettendo più carbonio di quanto ne catturi (“Amazonia as a carbon source linked to deforestation and climate change”). E ciò è dovuto principalmente a due fattori: aumento della deforestazione e cambiamento climatico, con intensificazione della stagione secca e degli incendi, che provocano da un lato la riduzione della capacità di fotosintesi e dall’altro un aumento della mortalità degli alberi e quindi delle emissioni.

In queste zone, le emissioni supererebbero l’assorbimento di addirittura di 1 miliardo di tonnellate di CO2 l’anno.

L’Italia non è che se la passi meglio: il documento del WWF registra che il 50% delle specie di vertebrati, il 36% delle specie di anfibi e il 25% delle specie di uccelli nel nostro Paese sono minacciate di estinzione, in particolare a causa del consumo di suolo.

Che cosa stiamo facendo per salvare il pianeta?

In questi giorni sono tante le iniziative segnalate in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Per esempio c’è il progetto di piantare 15 milioni di alberi entro il 2030 per riforestare il Mediterraneo:  Alberea, una startup nata in Sardegna, propone l’iniziativa “Adotta un albero” : versando una quota simbolica si può scegliere una tra le varie specie di piante disponibili e seguirne poi lo sviluppo attraverso Gps e canali d’informazione mirati che ne raccontano le varie fasi di vita e l’evoluzione.

La possibilità di adottare un albero la proporremo presto anche alle scuole – dicono i fondatori di Alberea- Può sembrare un piccolo gesto ma vuole sensibilizzare al non dare per scontata la natura che ci circonda. Chiediamo a tutti di perseguire insieme a noi il grande obiettivo delle 15 milioni di piante entro 8 anni. La riforestazione rappresenta una soluzione per l’assorbimento delle emissioni di carbonio. Vogliamo contribuire a riforestare il Mediterraneo, partendo dalla Sardegna e l’Italia tramite progetti condivisi con privati, imprese e amministrazioni, prima locali e poi nazionali”.

Iniziativa analoga arriva dal gruppo Rovagnati che sostiene la Foresta Rovagnati con nuovi alberi in partnership con Treedom, piattaforma web e B Corp che permette di attivare progetti agroforestali in tutto il mondo.

Oggi sono oltre 1300 gli alberi piantati, tra cui avocado, arancio, cacao e mangrovia bianca collocati in 7 Paesi del mondo (Camerun, Honduras, Kenya, Madagascar, Colombia, Haiti e Tanzania): grazie ad essi saranno assorbite oltre 363 tonnellate di anidride carbonica ogni anno.

Infine WWF e Procter & Gamble invece in occasione della Giornata Mondiale della Terra annunciano che entro l’anno scolastico corrente saranno realizzate 24 nuove Aule Natura in altrettante scuole italiane portando così a 36 il numero delle aule attive. Il progetto delle Aule Natura, partito a settembre 2020 dopo la pandemia, prevede una superficie di area verde di minimo 80mq che permette il distanziamento ottimale tra un gruppo classe di circa 23 alunni. Si tratta di aree verdi in cui vengono riprodotti microhabitat naturali e dove gli studenti possono fare lezione o realizzare laboratori e progetti in un contesto piacevole, oltre che toccare con mano la biodiversità tipica dei loro territori; L’obiettivo è arrivare ad avere entro il 2024 oltre 50 Aule Natura in tutta Italia.

Ma per aiutare a salvare il pianeta molto possono fare i nostri comportamenti quotidiani da consumatori: per esempio con il riciclo e riutilizzo dei prodotti (negli ultimi mesi sono nate piattaforme ad hoc come Wallapop leader nel second hand ) ed eliminando lo spreco alimentare.

Secondo una ricerca realizzata da Hello Fresh (servizio di kit ricette a domicilio) il 32% degli italiani si impegna già a ridurre gli sprechi alimentari nella routine quotidiana mentre il 52% ha cambiato il proprio approccio in cucina per ridurre gli avanzi. In clima di guerra, come quello attuale, e davanti a una probabile carestia e crisi alimentare che investirà i Paesi del Nord Africa come prima conseguenza della mancata esportazione del grano dall’Ucraina, diventerà ancora più importante ridurre lo spreco di cibo.

 

 

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