Ho nostalgia della buona educazione

Mondo
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Quanto costa dire «Grazie» e non buttare cartacce per terra? In questo mondo in cui l'educazione latita, sembra tantissimo

Se per strada sento un bambino chiedere alla mamma «Mi compri le caramelle?», nonostante non li conosca io aggiungo ad alta voce un «Per favore» che stranisce lui e inviperisce lei, colta nel fallo di tirar su un piccolo selvaggio. Mentre in metropolitana, se qualcuno starnutisce, istintivamente gli dico «Salute». E qui di solito ci sono due reazioni: l’interessato non mi caga di striscio (la più frequente), oppure mi risponde un «Grazie» incredulo, accompagnato da un sorriso sospettoso. Il che la dice lunga sulla sorpresa che può scatenare un banalissimo gesto bon ton.

È triste da dire, ma le buone maniere sono sempre più una rarità (se ne parla su Confidenze in edicola adesso nell’articolo Chi è il maleducato oggi?). Peccato, perché un filo di attenzione nei confronti del prossimo e una manciata di semplici regole non renderebbero il mondo un paradiso, ma lo migliorerebbero. Almeno un po’.

Sono infatti convinta che attenersi ai bei modi faciliti e addolcisca la vita. Considerando, poi, che comportarsi bene o male costa più o meno la stessa fatica, perché sbraitare per un nonnulla, gettare le cartacce per terra, spintonare quando si è in coda, tossire senza la mano davanti alla bocca, urlare al telefonino etc etc etc? Probabilmente la maggior parte della gente non la pensa come me, tant’è che la buona creanza sembra in via d’estinzione.

Nell’articolo, una delle persone intervistate attribuisce la maleducazione dilagante al narcisismo di massa. Allora io mi chiedo: perché non creare un movimento che rispolveri il galateo? Da regalare in primis agli uomini, ahimé (anzi, ahinoi), la razza che più si sta incafonendo.

Che fino hanno fatto quei cavalieri (come i nostri papà) che ci aprivano lo sportello della macchina, ci versavano da bere a tavola e ci lasciavano il passo davanti a una porta?

Oggi, completamente distratto, il sesso forte (o burino?) con lo sportello rischia di tranciarci le dita. A tavola, attaccato al cellulare, ci fa morire di sete a meno di non prendere in mano noi la situazione versandoci da sole l’acqua fino all’orlo (maleducazione chiama maleducazione). E davanti a un ingresso può addirittura scaraventarci contro lo stipite pur di passare per primo.

Aiuto! Per fortuna qualcuno che si salva ancora c’è. E per riconoscerlo basta fargli il test dei fiori: se li associa a un’occasione romantica, non lasciatevelo sfuggire. Ma se secondo lui vanno a braccetto di quadri, cuori e picche, datevela a gambe levate. Perché davvero non avete speranza.

 

 

 

 

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